L’ora legale è una pratica che consiste nell’avanzare di un’ora le lancette degli orologi rispetto all’orario solare durante una parte dell’anno, solitamente da fine marzo a fine ottobre in molte parti del mondo. L’idea alla base è quella di sfruttare al meglio la luce solare disponibile, in modo da ridurre il consumo di energia elettrica e favorire il risparmio energetico.
In molti Paesi, l’ora legale viene applicata annualmente allo stesso modo e nelle stesse date. In Europa, ad esempio, la maggior parte dei Paesi si sposta all’ora legale l’ultima domenica di marzo e poi tornano all’ora solare l’ultima domenica di ottobre. Ciò significa che, quando si passa all’ora legale, l’orario viene spostato in avanti di un’ora, mentre quando si torna all’ora solare, l’orario viene spostato indietro di un’ora.
L’origine di questo cambio orario risale al periodo della Prima guerra mondiale, quando molti Paesi iniziarono a utilizzarla per risparmiare energia elettrica e ridurre i costi di produzione.
L’Italia decide di mantenere il doppio orario
Nel 2018 il Parlamento Europeo aveva invitato la Commissione a rivedere la direttiva. Hanno proposto di abolire il passaggio all’ora solare in tutta Europa e a mantenere solo l’ora legale.
La Commissione presentò la proposta agli Stati Uniti chiedendo di decidere entro Aprile 2021. A Novembre 2019 però il governo Conte bis decide di mantenere il doppio orario, a differenza di altri stati. Come per esempio la Francia, che hanno scelto di passare a un’unico orario.
Secondo il Governo italiano non sarebbe stato utile adottare un unico orario. In quanto non c’erano prove scientifiche sui possibili danni psico-fisici legati a questa procedura. Inoltre grazie all’ora legale gli Italiani avrebbero potuto beneficiare di un’ora di luce in più.
Per quanto riguarda il risparmio energetico grazie al cambio orario l’Italia ha risparmiato complessivamente 400 milioni di kilowattora di elettricità. Con un beneficio economico di 66 milioni di euro.