Nuovi avvistamenti in corso nelle acque dei mari italiani. Questa volta sono state trovate delle creature molto simili a delle meduse, ma che non appartengono a questa specie marina. Trasparenti e gelatinose assomiglierebbero a dei dischetti. Sono stati trovati proprio qui. Dobbiamo preoccuparci?
Sono sempre di più le nuove specie marine che stanno invadendo i nostri mari. Alcune più pericolose, altre meno, sono tutte il frutto dei cambiamenti climatici e il conseguente riscaldamento delle acque. Questa volta, ad essere stata avvistata è una creatura marina molto simile a una medusa, ma che non lo è in realtà. Ha fatto capolino nelle acque marine di Molfetta, dalla terza cala a località Torre Gavetone.
Si tratta di piccoli ‘dischetti’ trasparenti, gelatinosi, che appartengono alla famiglia degli Ctenofori e sono note, scientificamente, come “Mnemiopsis leidyi”. A differenza delle meduse sono sprovvisti di cellule urticanti. Quindi dovrebbero essere del tutto inoffensive per gli esseri umani. Nonostante questo, però, stanno scoraggiando tanti bagnanti. A questo si somma la crescente concentrazione di alga tossica in mare.
Questi organismi non sono pericolosi, ma possono modificare l’ecosistema marino locale
Appurata la non pericolosità di questi esseri marini avvistati nelle acque di Molfetta, sono altri i problemi che queste nuove specie potrebbero causare agli ecosistemi marini locali. Secondo gli esperti, questi esseri si nutrono principalmente di zooplancton, grazie a una serie di ciglia vibranti che hanno sulla superficie del loro corpo.
Originario delle coste atlantiche dell’America, il Mnemiopsis leidyi è stato introdotto nel Mar Nero negli anni ‘80 tramite acque di zavorra di petroliere. Questa specie ha trovato condizioni ideali per il suo sviluppo, contribuendo a una significativa riduzione degli stock ittici del Mar Nero a causa della sua alimentazione basata su uova e larve di pesce. Successivamente si è diffuso anche nel Mar Caspio e in altre aree del Mediterraneo. Nel Mar Adriatico, l’arrivo di questa specie potrebbe avere effetti simili, alterando l’equilibrio ecologico e riducendo la biodiversità marina.