E’ ormai tristemente noto che a causa dei cambiamenti climatici e delle modifiche di habitat naturali, gli insetti impollinatori vanno via via diminuendo. Quello che forse non è chiaro è l’impatto catastrofico della scomparsa di questi insetti, sopratutto delle api.
Due studi in particolare riescono attraverso i numeri a farci capire quanto questo problema sia grande e reale.
La ricerca del servizio forestale del Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti ha reso noto quanto la perdita di habitat naturale, come le praterie, i boschi e le zone umide, ha reso molti insetti impollinatori tra cui le api, senza casa, mentre la deforestazione ha portato a una diminuzione della popolazione di altri insetti impollinatori.
In base ai dati annuali rilasciati dal WWF circa il 40% degli insetti impollinatori è a rischio di estinzione. Per capire meglio quanto questo 40% sia significativo, basti pensare che il 90% delle piante selvatiche e l’80% di piante produttrici di cibo e di prodotti che noi consumiamo, dipendono da questi insetti.
Quali alimenti scomparirebbero dalle tavole se le api scomparissero
Le api sono degli insetti importantissimi per la nostra alimentazione. Se le api e le altre specie di impollinatori dovessero scomparire, l’alimentazione umana sarebbe seriamente compromessa.
Uno dei primi alimenti che sarebbe colpito dall’estinzione delle api è il miele. Questo prodotto, ottenuto attraverso il lavoro delle api, viene usato come dolcificante naturale.
Ma il miele rappresenta solo la punta dell’iceberg. Dalle nostre tavole vedremmo scomparire mandorle, i fichi, le mele, le pere, i pomodori, i cetrioli, le carote, le zucchine, le albicocche, i kiwi, i limoni, le arance, le fragole, le ciliegie, le pesche e molti altri.
Inoltre, anche molti alimenti destinati all’alimentazione del bestiame, come i semi di girasole e di soia, subirebbero un forte impatto. Questi alimenti sono infatti ricchi di proteine e sono alla base della produzione di molti prodotti caseari come il formaggio e lo yogurt.