L’albero di giada è una pianta molto apprezzata e utilizzata per decorare gli ambienti. Le sue foglioline lucide e la sua eleganza la rende adatta a vari tipi di ambienti. Ma questa pianta è amata sopratutto per la facilità di coltivazione e la resistenza. Nonostante questo però, dovete prestare molta attenzione e oggi vi spiegheremo i motivi.
Come molti sanno questa pianta è legata a leggende e credenze popolari ed è spesso nominata come simbolo di fortuna e prosperità. Secondo la tradizione cinese, questa pianta dovrebbe essere posto vicino all’ingresso della casa per favorire la ricchezza e la prosperità.
Una delle caratteristiche più interessanti però è la sua capacità di purificare l’aria. Come altre piante, assorbe l’anidride carbonica e rilascia ossigeno durante il processo di fotosintesi. Questo può contribuire a migliorare la qualità dell’aria in casa, riducendo la presenza di sostanze inquinanti e tossiche.
Perchè prestare attenzione all’albero di Giada
Molto spesso, per via della sua fama di pianta autonoma e resistente però, viene trascurata. Questo è un grave errore, in quanto non essendo autonoma, ha bisogno delle dovute cure. Il primo aspetto da non sottovalutare è l’esposizione. L’albero di Giada necessita di un ambiente luminoso per prosperare e di almeno 6-8 ore di luce al giorno.
Un altro fattore cruciale per favorire una crescita sana di questa pianta è la temperatura. Questa pianta ama il caldo e tollera temperature tra i 18 e i 24 gradi.
Per quanto riguarda il terreno, l’ideale è miscela di terriccio per piante grasse e sabbia che favorisce il giusto drenaggio. È importante evitare l’uso di torba o letame, poiché questi materiali trattenendo troppa umidità e potrebbero causare il marciume delle radici.
In termini di irrigazione, l’albero di giada preferisce un terreno leggermente secco tra un’annaffiatura e l’altra. Le radici di questa pianta sono sensibili all‘eccesso di acqua e possono marcire se la pianta viene annaffiata troppo frequentemente. L’ideale è lasciar asciugare il terreno superficialmente tra un’annaffiatura e l’altra.