Abbiamo più o meno tutti l’abitudine di sciacquare frutta e verdura velocemente sotto l’acqua appena tornati dalla spesa, convinti che questo basti a rimuovere pesticidi e qualsiasi residuo chimico rimasto. Tuttavia ci siamo mai chiesti se questo risciacquo veloce basti?
Sciacquare frutta e verdura basta?
Effettivamente, come sottolineato da una ricerca pubblicata da Generations Futures, frutta e verdura sono più contaminati di quanto non pensiamo. Fra ortaggi e verdure quelli più contaminati sono (la percentuale si riferisce ai campioni di quel prodotto con presenza di almeno un residuo):
- sedano rapa: 78,3%
- melone: 69%
- indivia: 67,7%
- erbe fresche: 67,3%
- pastinaca: 61,1%
Per quanto riguarda la frutta, invece, i maggiori residui si trovano in:
- ciliegie: 93,8%
- pompelmi: 91,1%
- pesche e nettarine: 90,2%
- uva: 88,3%
- mandarini e clementine: 87,2%
Ovviamente la contaminazione varia anche a seconda della zona di provenienza o dal fatto che quella frutta o quella verdura derivi da pratiche di coltivazione di agricoltura biologica. Arriviamo dunque al focus: lavare la frutta e la verdura serve? La risposta è, ovviamente, no.
Pensare di risciacquare sotto acqua corrente per 30 secondi o anche 1 minuto la frutta e la verdura e sperare così di eliminare tracce di pesticidi, fertilizzanti e sostanze chimiche è pura utopia.
Se proprio vogliamo ridurre al rischio il minimo di contaminazioni dobbiamo:
- lavare frutta e verdura in acqua e bicarbonato di sodio o acqua e aceto, avendo cura di strofinare per bene. Risciacquate poi abbondantemente per evitare contaminazioni di sapore
- sbucciare la frutta e la verdura: questo è fondamentale perché molti pesticidi penetrano in profondità nei prodotti vegetali e il solo lavaggio non basta. Se proprio vogliamo mangiare la frutta con la buccia o abbiamo bisogno della scorza (lo sapevate che anche la buccia dell’anguria è commestibile?), ecco che dovremo optare per prodotti biologici. Anche se, a dire il vero, anche qui non è detto che il livello dei pesticidi sia a zero, viste le possibili contaminazioni incrociate da campi limitrofi