Queste cose possono succedere solo negli USA, anche perché nel nostro ordinamento giuridico le class action intese come tali non esistono. In pratica un gruppo di consumatori ha deciso di intentare una class action contro un marchio di succhi di frutta dopo che alcuni test svolti da laboratori indipendenti hanno scoperto che in quei succhi, pubblicizzati come sanissimi, erano presenti livelli di Pfas che superavano quelli previsti dal governo per le acque.
Succhi di frutta e la contaminazione da Pfas
L’azienda finita in tribunale è la Bolthouse Farms, rea di aver messo in commercio e pubblicizatto il suo succo di frutta Green Goodness 100% succo di frutta come una bevanda sana. Il problema è stato che test di laboratori indipendenti hanno scoperto che tali succhi contenevano troppe sostanze chimiche pericolose.
In particolare, i livelli di Pfas riscontrati in quei succhi che dovevano essere sani erano molto al di sopra dei limiti imposti dalla legge per l’acqua potabile. Così Gwnedolyn Smith ha deciso di mettere in piedi una class action, portando in tribunale la Bolthouse Farms in quanto promuoveva il prodotto con pubblicità che sostenevano che il succo fosse naturale, sano e sicuro, quando in realtà era pieno di sostanze chimiche artificiali.
Mentre la causa in tribunale va avanti, si sta cercando di capire come abbiano fatto questi Pfas a finire nei succhi di frutta. L’ipotesi più accreditata è che derivino da acque contaminate usate per produrre i succhi. L’alternativa è che derivino da fertilizzanti o pesticidi prodotti a partire da fanghi di depurazione usati come concimanti e che sono poi arrivati a contaminare i frutti.
Da non escludere la possibilità che siano derivati dagli imballaggi, anche se una contaminazione del genere, verosimilmente, avrebbe dato livelli più alti di Pfas. Ma la Bolthouse Farms non è l’unica azienda a doversela vedere con una class action similare. Anche la Coca Cola sta affrontando un processo del genere a causa della sospetta contaminazione da Pfas del suo Simply Orange Juice.
E comunque sia, il WWF ci aveva avvisato che Pfas e nuove sostanze chimiche dannose ormai sono già ampiamente arrivati nel nostro cibo.