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Sapete riconoscere un buon pellet di qualità? Ecco il trucco che in pochi conoscono e che ti permetterà di risparmiare

Ci siamo: sta per tornare la stagione del pellet. Nel tentativo di risparmiare qualcosina sul riscaldamento, in molti si sono dedicati alle stufe a pellet. Il che vuol dire che, periodicamente, bisogna andare alla ricerca delle migliori occasioni. Ma non sempre prezzo basso vuol dire un pellet di qualità. Tuttavia c’è un pratico trucchetto che vi permetterà di riconoscere un buon pellet da uno di seconda qualità.

Da questo si riconosce un buon pellet di qualità

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Va bene andare al risparmio, ma solo quando al risparmio si abbina un buon rapporto qualità/prezzo. Se andare al risparmio vuol dire prendere prodotti e materiali di pessima qualità, allora non funziona.

E questo vale anche per il pellet. Certo, comprarne uno di bassa qualità a prezzo bassissimo sul momento vi farà gioire. Tuttavia, sul lungo periodo, si rivelerà un deciso svantaggio, anche in termini di efficienza e di costi.

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I pellet di bassa qualità, infatti, non scaldano quanto gli altri e questo ci obbligherà ad aumentare la potenza della stufa. Il che vuol dire consumare di più e spendere molto di più di quanto preventivato. In aggiunta, questi pellet di scarsa qualità possono danneggiare la stufa, finendo con l’intasare lei e la canna fumaria.

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Detto ciò, se volete comprare del pellet di qualità, dovete controllare questi dettagli:

  • tipo di legno: deve essere pellet di legno vergine, sottoposto a trattamenti meccanici e senza usare sabbia o altri composti chimici
  • dimensioni: un buon pellet non deve aggirarsi fra i 6 e gli 8 mm di diametro
  • potere calorifero: scegliete solamente pellet con potere calorifero compreso fra 4,5 e 4,8 kWh/kg (pari a 16,5-17.2 MJ/kg)
  • residui fissi di cenere: la miglior combustione si ha con quelli con bassa percentuale di residuo (indica il quantitativo di sporcizia che il pellet si lascia dietro di sé nella stufa)
  • percentuale di umidità: meno umido è il pellet, più il potere calorifero è alto. Non superate mai un tasso di umidità superiore all’8%
  • certificazioni di qualità: una molto diffusa è la EN PLUS, la quale deve sempre avere anche l’indicazione del paese di provenienza. In questo caso il pellet migliore è quello di categoria A1, con lo 0,7% di ceneri, mentre quello peggiore è il B, con anche il 2% di ceneri
  • polvere di legno: se girando il sacchetto a testa in giù notate troppa polvere, vuol dire che il pelle si sbriciola ed è di bassa qualità
  • prova dell’acqua: immergete del pelle in un bicchiere d’acqua. Se il pellet affonda e l’acqua non diventa torbida, indica un pelle di buona qualità