Il salice piangente è una pianta tipica delle zone umide, spesso lo possiamo trovare sulle rive dei fiumi o dei laghi.
Questa pianta ama i terreni umidi, tutti noi ne avremo già sentito parlare, è caratterizzata dalla sua tipica chioma “piangente”. Lo possiamo anche coltivare in vaso per donare un tocco umido al nostro giardino.
Salice piangente le sue origini
Questa pianta tipicamente ritrovata in ambienti umidi, è originario dell’Asia Centrale, il salice piangente è arrivato nelle terre dell’ Europa solo nel XVII secolo, seguendo la famosa via della seta, ossia la rotta degli scambi commerciali che metteva in connessione l’impero Cinese con l’ impero Romano.
La principale caratteristica di questa pianta, che va un po’ contro corrente rispetto alle altre specie, è la sua predilezione per un terreno non drenante, non teme infatti l’umidità, anzi, il suo habitat naturale si trova proprio lungo corsi d’acqua come fiumi, rivoli e ruscelli. Il salice piangente è un albero caduceo che può raggiungere l’altezza di 10 metri (in casi eccezionali anche 25 metri) e può arrivare a vivere anche trent’anni. La chioma è molto larga e ha una caratteristica forma ovale al di sotto della quale sono presenti le ramificazioni pendule. Quest’ultime arrivano molto spesso a raggiungere anche il terreno, creando quasi un nascondiglio per molti animali che si trovano sotto la pianta.
Come coltivare il salice piangente
Questa pianta come abbiamo già detto ama i terreni umidi, senza timore di ristagni idrici. Per la “semina” si parte dai rami, quindi per talea, il periodo migliore è quello primaverile.
Per quanto riguarda l’ illuminazione è una pianta che tollera bene anche un esposizione diretta, anche se è consigliata una zona di mezza ombra. La temperatura invece non è un problema, tollera gelate intense e caldi afosi. La concimazione avviene solitamente nel periodo autunnale, con la somministrazione di concimi organici.