Che sia al dente, cotta o ben cotta, la pasta va cucinata nella pentola che bolle con aggiunta di sale nell’acqua. Ma la domanda che ci siamo fatti tutti è, il sale va prima o dopo l’ebollizione dell’acqua di cottura? Scopriamo insieme quale è la teoria scientifica dietro questo quesito.
C’è chi la sala prima e chi la sala dopo, ma le evidenze scientifiche possono aiutarci a risolvere questa diatriba.
Sale nell’acqua prima o dopo?
La pasta è alla base della dieta degli italiani che la mangiano quotidianamente, esistono centinaia di ricette e tecniche di cottura, ma ancora ci si chiede se sia meglio salarla prima o dopo
Il principio scientifico alla base della nostra domanda è di tipo fisico-chimico. In poche parole, se si aggiunge sale prima dell’ebollizione dell’acqua creiamo una soluzione contenente Cloruro di Sodio (comunissimo sale da cucina), questo fa si che la temperatura di ebollizione dell’acqua non sarà più a 100° centigradi, ma bensì qualche grado più alta. L’acqua salata richiede più energia per l’evaporazione, questo si traduce in un tempo maggiore per portare l’acqua ad ebollizione. Una volta raggiunta l’ebollizione, l’acqua salata sarà più calda e la pasta cuocerà più velocemente.
E’ importante ricordare che nell’acqua che esce dai nostri rubinetti, che noi tutti utilizziamo per cucinare, è di partenza già contenuta una certa quantità di sali che rende comunque instabile la temperatura di ebollizione. Usando quindi la stessa acqua avremmo lo stesso tempo di ebollizione sempre costante per preparare le nostre pietanze.
Quindi, in conclusione, salare prima fa bollire l’acqua più tardi, ma arrivando ad una temperatura più elevata, fa cuocere la pasta prima. Per avere però una cottura uniforme e un tempo di cottura prevedibile, fattori da non escludere in cucina, ti consigliamo di aggiungere il sale dopo che l’acqua inizia a bollire. Che sia prima o dopo l’ebollizione è importante i tempi di cottura adatti per ogni varietà e tipo di pasta, leggibili sulla confezione.