Tanti allevatori amatoriali sostengono che bisognerebbe sempre aggiungere un po’ di aceto nell’acqua delle galline. Questo perché l’aceto avrebbe proprietà benefiche. Solo che c’è anche chi contesta questo sistema, sostenendo che non solo non serva a niente, ma che possa essere anche pericoloso per loro.
Aceto nell’acqua delle galline sì o no?
Prima vediamo i fautori dell’aceto nell’acqua delle galline. I dosaggi sono variabili, in rete si trova un po’ di tutto: si va da un cucchiaio ogni litro di acqua per gli adulti (un cucchiaio ogni 4-5 litri di acqua per i pulcini) a due o tre cucchiai per litro di acqua, utilizzando l’aceto di mele. Ma ecco i presunti benefici:
- diminuisce il rischio di infezioni batteriche
- rinforza il sistema immunitario
- riduce la formazione di alghe
- aumenta la produzione di uova
- funge da integratore perché ricco di vitamine e minerali
Però c’è anche chi sostiene che non solo questo metodo sia del tutto privo di fondamento e logica, ma anche che, potenzialmente sia dannoso.
Fra le tante obiezioni mosse ci sono:
- considerando quanto viene diluito nell’acqua, non altera in modo significativo il pH (anche perché, poi, l’aceto così diluito arriva nello stomaco dove c’è un pH molto più basso. Quindi anche volendo non potrebbe aver effetto)
- viene comunque digerito a livello di stomaco, metabolizzato dal fegato e assorbito nell’intestino ben prima che il suo pH (che fra l’altro è ben più alto di quello dei succhi gastrici dello stomaco) possa avere una qualsiasi azione antibatterica o antiparassitaria
- per quanto sia ricco di vitamine e minerali, per utilizzarlo come integratore in maniera efficacia bisognerebbe darne in quantità tale da finire con l’intossicare le galline (cosa più volte segnalata da chi usa dosaggi impropri di aceto nell’acqua delle galline)
- acidità e calcio non vanno d’accordo, dunque in nessun modo l’aceto può aiutare a produrre più uova