Sai da dove deriva il rosso carminio nel rossetto? La risposta che nessuno conosce, ma che in realtà è molto importante

Forse lo stai indossando anche in questo momento. Stiamo parlando del rossetto. Ma ti sei mai chiesta da dove deriva il colore rosso del rossetto? Ebbene, non so se ti farà piacere sapere che quel rosso lì deriva da un insetto, la cocciniglia. E lo si usa anche negli alimenti. Tuttavia, per evitare la strage di insetti necessaria per produrre il rosso carminio (pensa che servono 100mila cocciniglie per ottenere un chilo di colorante), ecco che adesso si usano anche prodotti di sintesi.

Come si ottiene il rosso del rossetto?

In origine la produzione del rosso cocciniglia o rosso carminio usato sia nei cosmetici che nei prodotti alimentari derivava tutta dall’uccisione delle cocciniglie, degli insetti. Se vai a leggere le etichette degli alimenti, il rosso cocciniglia è quello indicato come E120 (anche con i nomi alternativi di carminio o acido carminico).

Nei prodotti da cosmesi, invece, la sigla a cui fare riferimento è CI 75470. Nonostante il fatto che non esistano sostituti effettivamente efficaci per donare ai rossetti o ai cibi quel colore rosso così brillante, ecco che la PETA ha fatto notare che il pigmento in questione viene prodotto essiccando e bollendo insetti allevati appositamente per fare quella fine.

Sabrina Engel della PETA sa benissimo che l’empatia che l’uomo prova nei confronti degli insetti non è la stessa che ha con gli altri animali. Tuttavia, per non essere ipocriti che predicano bene e razzolano male, ecco che dobbiamo presumere che anche questi insetti provino dolore. Da qui è chiaro che non è accettabile che decine di migliaia di animali vengano costantemente uccisi per produrre un colorante.

Effettivamente, però, da un po’ di tempo ci si sta muovendo in tale direzione ed ecco che il rosso carminio realizzato uccidendo le cocciniglie sta venendo pian piano soppiantato da pigmenti minerali e sintetici. Anche se le marche di rossetto che stanno adottando tale strategia hanno ammesso che, così facendo, si perdono determinate tonalità di rosso vivo. Questo perché non esiste un sostituto effettivamente valido.