La produzione di carne bovina è una delle attività più impattanti sull’ambiente in termini di cambiamenti climatici. Ci sono diversi fattori che contribuiscono a questo impatto, tra cui la deforestazione, l’allevamento intensivo e l’emissione di gas a effetto serra.
La deforestazione è spesso necessaria per creare spazi per l’allevamento di bestiame e per la coltivazione di mangimi per gli animali. La deforestazione porta alla perdita di biodiversità e all’eliminazione di importanti assorbitori di carbonio, il che contribuisce all’accumulo di anidride carbonica nell’atmosfera.
L’allevamento intensivo richiede grandi quantità di acqua, mangimi, fertilizzanti e combustibili fossili, il che aumenta l’impatto ambientale della produzione di carne bovina. Ad esempio, l’allevamento del bestiame richiede molta acqua per l’irrigazione dei campi coltivati per i mangimi e per l’abbeveraggio degli animali.
Inoltre, l’allevamento intensivo del bestiame può portare all’inquinamento delle acque sotterranee e delle fonti d’acqua superficiali, poiché i rifiuti dell’allevamento possono contaminare i corsi d’acqua.
Carne bovina e emissione di gas a effetto serra
L’emissione di gas a effetto serra è un altro fattore che contribuisce all’impatto ambientale della produzione di carne bovina. Il bestiame emette gas come il metano e l’ossido di azoto durante la digestione e questi gas contribuiscono sia ad inquinare che all’aumento della temperatura globale.
Inoltre, la lavorazione della carne e il trasporto dal luogo di produzione al punto vendita, richiedono combustibili fossili che contribuiscono all’emissione di gas effetto serra.
La vera sorpresa per quanto riguarda le proteine ad alto impatto ambientale sono i latticini. Il loro impatto non è affatto basso è appena inferiore a quella del manzo, ma più alto rispetto al pollo e alla carne di maiale. Il vero prodotto a basse emissioni è lo yogurt, poiché richiede meno latte e alla sua produzione è associata quella di altri alimenti, come il burro e la panna.
In questa lista di prodotti ad emissione di gas serra non mancano prodotti vegetali, che ne producono circa il 20% e il pesce, più specificatamente i gamberi da acquacoltura.
In sintesi, quindi, la dieta a minori emissioni è quella che prevede piccoli animali non ruminanti come polli e anatre, uova, yogurt e molluschi, in grado di ridurre le emissioni personali del 50%.