C’è una semplice regola da rispettare in natura: se un animale o una pianta hanno dei colori molto vivaci o accesi, c’è il forte rischio che siano tossici o velenosi se toccati. Ovvio, non succede sempre, ma in molti casi è una regola valida. Per esempio, al mondo esistono dei granchi molto colorati, che sembrano essere delle vere e proprie opere d’arte, ma che possono essere tossici se mangiati incautamente.
Perché non bisogna toccare questi granchi?
Partiamo dal Lophozozymus incisus, un granchio con un carapace rosa e viola brillante, ricoperto di quelli che sembrano peli dorati. Decisamente appariscente come animale, difficile non notarlo. Ebbene, limitati a guardarlo, ma a non toccarlo: questo granchio contiene tossine come la tetrodotossina e la saxitossina (entrambe simili a quelle presenti nel pesce palla) che possono essere letali.
Le tossine si trovano sia nelle carni che nelle sacchette di uova, il che ci sta visto che il veleno serve a dissuadere potenziali predatori. E questo granchio ci avverte della sua natura letale: i suoi colori brillanti gridano a gran voce “Guardare, ma non toccare”. Pensa che solo mezzo milligrammo di tossine può uccidere un essere umano.
Questa specie si trova nelle acque calde di tutto il mondo e non deve essere assolutamente mangiata. Anche perché la cottura non inattiva le tossine.
Idem dicasi per il Lophozozymus pictor, il granchio mosaico. Anche lui ha colori brillanti e una livrea che sembra un mosaico, sempre per avvisare i predatori di stare alla larga. Questa specie è endemica del sud-est asiatico e dell’Oceania.
Molto simile è lo Zosimus aeneus, il granchio diavolo che vive lungo le coste del Sudafrica, in Giappone e Australia. Anche lui non deve essere assolutamente mangiato. In questo caso sono stati segnalati diversi casi di intossicazione mortale nelle Filippine e a Timor est dopo aver mangiato le carni di questo granchio tossico.
A proposito di animali velenosi: se vedi questo bruco, gira i tacchi e va dalla parte opposta, non toccarlo assolutamente!
Foto: Commons Wikimedia – Sébastien Vasquez, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons