Ebbene sì: ogni tanto, a quanto pare, bisogna buttare via la vecchia biancheria intima, rinnovando così tutto il parco lingerie, dai reggiseni alle mutande, passando per slip, boxer e calzini.
Ultimamente vi sarete imbattuti in qualcuno che sostiene che bisogna cambiare l’intero cassetto della lingerie ogni sei mesi. Ma questo numero è stato deciso in maniera casuale: non esiste un limite temporale oltre il quale quel reggiseno o quel paio di mutande debba essere buttato.
Perché rinnovare la biancheria intima?
In realtà non serve buttare via proprio tutto ogni sei mesi come si sente dire. Ovviamente mutande, reggiseni e calzini andrebbero buttati via quando cominciano a rompersi (anche se tutti abbiamo nel cassetto quel vecchio paio di calzini a cui siamo così affezionati che continuiamo a rammendarlo a oltranza).
Ma se reggiseni, slip e boxer sono ancora nuovi e perfettamente integri, perché buttarli via? Già, perché non serve proprio a niente, se non a svuotare di più il nostro portafoglio e a renderci meno sostenibili. Basta lavare bene i capi di biancheria intima per eliminare batteri e germi, garantendo mesi e anni di vita alla nostra lingerie.
L’unico caso in cui converrebbe, effettivamente, buttare via la biancheria intima è quando sono presenti particolari infezioni batteriche o anche fungine, come la Candida. Ma questo solo se non si riesce a separare la biancheria intima della persona infetta da quella degli altri abitanti della casa. O nel caso di infezioni da patogeni resistenti ai farmaci.
In tutti gli altri casi di infezione, infatti, basta non lavare tutto insieme ed è fatta. Se la biancheria comincia ad avere dei buchi, se gli elastici non tengono più (anche se si possono sostituire) o se è macchiata in maniera irreparabile, allora sì che ha senso buttarla via. O anche se ci siamo stufati di quel capo. Ma in tutti gli altri casi si tratta di un puro spreco.
A proposito: qui trovi anche dei buoni motivi per lavare spesso le lenzuola e per cambiare con una certa frequenza il pigiama.