La plastica riciclata sta assumendo molta importanza negli anni, come rimedio per l’inquinamento mondiale.
L’inquinamento da plastica è ormai noto e sulle tavole dell’Unione Europea da molti anni, come anche tutte le conseguenze che porta.
Oltre alle cause anche i rimedi sono molti e di vario tipo, ma il riciclo della plastica è tra i più importanti e discussi, per via dei suoi vantaggi ma soprattutto per gli svantaggi del suo processo ed i costi. L’Unione Europea ha però dichiarato che saranno introdotti degli obblighi di utilizzo di plastica riciclata soprattutto nel settore della ristorazione.
Quota di plastica riciclata obbligatoria
A fronte dei cambiamenti climatici ed altre conseguenze dell’inquinamento del pianeta, l’ Ue ha affermato che verranno introdotte delle quote obbligatorie di plastica riciclata. Si tratta di un obbligo riguardante soprattutto il settore alberghiero in ottica di take–away.
Il cibo da asporto, soprattutto dopo la pandemia, ha avuto un impennata delle richieste e molti ristoranti e non solo hanno intrapreso questo metodo di distribuzione di cibo. Questo porta alla conseguente richiesta di imballaggi per gli alimenti che dovranno essere distribuiti.
Quando parliamo di packaging alimentare, la plastica, anche in questo caso si presta perfettamente per la sua sterilità ed impermeabilità.
L’Ue, vista la situazione ha deciso di chiudere il “rubinetto” della plastica, introducendo l’utilizzo obbligatorio di una quota di plastica riciclata nelle confezioni per il take away, la soglia minima di plastica riciclata impiegata è del 20%.
Le opposizioni del settore
Ovviamente le lamentele non sono mancate, soprattutto da parte delle industrie di confezionamento alimentare.
Alcune di queste aziende hanno attaccato le decisioni in materia, da parte dell’ Ue, in quanto la quota minima è molto elevata e comporta uno squilibrio nel settore, oltre a svantaggiare le piccole e medie imprese dal punto di vista dei costi.