Manuel MagariniCon il problema della siccità anche i Paesi industrializzati devono ormai fare i conti. Ce ne siamo accorti lo scorso anno, quando diversi Comuni italiani hanno consentito l’uso delle risorse idriche soltanto per stretta necessità. Il cambiamento climatico, indotto dai continui soprusi perpetrati per decenni, impone ora una maggiore presa di coscienza. E il consumo dell’acqua è uno dei punti chiave da cui ripartire.
Come ridurre il consumo d’acqua in cucina
Secondo quanto riferiscono le aziende operanti nel settore alimentare (e non solo) ciò avrà degli effetti positivi pure sull’economia del territorio. In passato vi abbiamo, ad esempio, raccontato delle difficoltà sofferte dai profumi di Grasse, località francese rinomata nell’industria, sofferte anche per via della siccità.
O, ancora, del momento no del ramo caseario. La minor erba a disposizione delle mucche ha già spinto Granarolo a ritirare il latte fresco. Ora, i prodotti immessi sono consumabili fino a dieci giorni dopo la data di conservazione. Ciò va oltre il limite di sei sancito dal legislatore italiano. Le compagnie rivali forse adotteranno delle strategie simili in futuro.
In generale, è richiesta una maggiore attenzione nel consumo dell’acqua. Gli sprechi rappresentano, soprattutto nel periodo attuale, un vizio da perdere. Nel piccolo, il singolo individuo ha la possibilità di contribuire, attraverso un comportamento più avveduto.
Tra i vari trucchetti da porre in pratica, ti invitiamo a una gestione migliore delle risorse idriche durante il lavaggio di frutta, verdura e ortaggi. Non tenere il rubinetto acceso, ma riempi una bacinella. Ciò ti permetterà – secondo i dati Legambiente – di risparmiare fino a 6 mila litri d’acqua potabile all’anno.
L’acqua di cottura hai modo di “riciclarla” anche per il lavaggio dei piatti prima di introdurli nella lavastoviglie.
Un altro trucchetto, tanto semplice quanto valido, consiste nell’utilizzare la lavatrice e la lavastoviglie esclusivamente a pieno carico: hai visto che, in fondo, non è complicato fare la differenza?
Martina Pragliola
