L’introduzione degli insetti a scopo alimentare continuano a dividere, creando sdegno e indignazione tra i più scettici, e sollevando polemiche sulla possibilità di dover consumare un qualcosa che risulta sgradevole alla vista.
Gli insetti come cibo sono una realtà in molte culture del mondo e sono stati consumati da secoli. Tuttavia in occidente la loro consumazione è ancora considerata un tabù. In realtà molti di noi consumiamo già insetti senza saperlo, sotto forma di cocciniglia nei coloranti alimentari.
La cocciniglia è un insetto che si nutre di piante ed ha un ruolo importante nell’ecosistema. Tuttavia alcune specie di cocciniglia sono utilizzate per la produzione di coloranti alimentari. La cocciniglia rossa, ad esempio, è una delle fonti più comune di colorante alimentare E120, noto anche come carmino.
Cocciniglia: l’insetto che colora i nostri cibi
Il carmino è un colorante alimentare molto comune che si trova in molti prodotti alimentari, tra cui caramelle, marmellate, succhi di frutta e bevande alcoliche. Utilizzato spesso anche in farmacia cosmetica e nei tessuti.
Il carmino è stato utilizzato per molti anni e considerato generalmente sicuro per il consumo umano, tuttavia alcune persone sono allergiche alla cocciniglia e potrebbero manifestare delle a questo prodotto.
Gli insetti come cibo sono stati proposti come una soluzione per la crescente domanda di cibo, a causa della crescente popolazione mondiale e dei cambiamenti climatici. Gli insetti sono altamente nutrienti, a basso impatto ambientale e a basso costo.
Inoltre, la produzione di insetti per il cibo è molto più efficiente rispetto alla produzione di carne tradizionale. Questo perché gli insetti hanno un’efficienza di conservazione del cibo molto più alta rispetto agli animali.
Nonostante i potenziali benefici, la consumazione di insetti come alimento, rimane un tabù. Anche se gli insetti sono già presenti nei prodotti alimentari. In futuro potrebbe diventare una cosa sempre più comune, non ci si riesce a rassegnare all’idea.
Rimane importante che le persone siano consapevoli della loro presenza nei prodotti alimentari e che vengano fornite informazioni sulla sicurezza alimentare e sulle possibili reazioni allergiche.