Manuela ChimeraLe nostre case ormai sono invase dai caricabatterie. Fra smartphone, laptop, tablet, eBook reader e chi più ne ha, più ne metta, ecco che spesso, per comodità, li teniamo perennemente attaccati alla corrente. E questo anche quando non stiamo caricando questi dispositivi elettronici. Ebbene: dovremmo proprio perdere questa cattiva abitudine e iniziare a staccarli dalla correte quando non li usiamo.
Perché dobbiamo staccare i caricabatterie dalla corrente?
Ci sono buoni motivi per non lasciare i caricabatterie attaccati alla corrente tutto il tempo. In primo luogo, anche quando non è in funzione, consuma comunque un piccolo quantitativo di corrente. I caricabatterie solitamente sono dotati di un trasformatore che riduce la tensione di 220V delle prese elettriche a 9 B. Inoltre il trasformatore converte la corrente alternata in corrente continua, che è poi quella che serve per caricare le apparecchiature.
Questo vuol dire che, quando non è in funzione, il caricabatterie consuma comunque 0,25W (quando lavora consuma 3W). Certo, non parliamo di consumi altissimi, ma considerate quello spreco tutti i giorni dell’anno, per più di un caricabatterie ed ecco che non solo contribuiamo agli sprechi energetici, ma spendiamo più di quanto dovremmo.
Non si tratta di cifre imponenti, ma sono comunque soldi che starebbero meglio nel nostro portafoglio e che non dovremmo sprecare in questo modo.
C’è poi da considerare la questione surriscaldamento. Il rischio non è solo che non funzioni correttamente, ma anche che si scatenino cortocircuiti e incendi. Particolarmente a rischio sono i caricabatterie non originali o quelli non perfettamente conformi alle norme di sicurezza. Ma considerate che il rischio di surriscaldamento, soprattutto in queste estati torride e afose, sono presenti per tutti i tipi di caricabatterie.
Cosa vuol dire tutto ciò? Che quando non li usiamo, dobbiamo staccarli dalla presa di corrente. Ne va del nostro portafoglio e della nostra sicurezza.
Martina Pragliola
