Negli ultimi anni, la Vespa velutina ha attirato l’attenzione di apicoltori e studiosi, guadagnandosi una reputazione di specie invasiva temuta in Europa. Proveniente dall’Asia, questa vespa è stata presumibilmente introdotta in Francia con merci cinesi nei primi anni 2000 e ha rapidamente iniziato a diffondersi, arrivando in Italia a partire dal 2012. La sua presenza ha sollevato preoccupazioni significative riguardo alla salute delle api e alla biodiversità locale.

Nota anche come calabrone dalle zampe gialle, la Vespa velutina non deve essere confusa con Vespa mandarinia, il calabrone gigante asiatico, che attualmente non si trova in Europa. Sebbene la velutina sia di dimensioni inferiori, è un predatore efficace, specialmente nei confronti delle api da miele, e per questo motivo è oggetto di attenta sorveglianza.
Aspetto e dimensioni della Vespa velutina
La Vespa velutina si presenta come un calabrone di dimensioni medio-grandi. Le operaie misurano solitamente tra i 18 e i 23 millimetri, mentre le regine possono raggiungere anche i 30-35 millimetri. Il suo aspetto è caratterizzato da un corpo prevalentemente nero con bande gialle sull’addome e una colorazione giallo-arancione verso la parte finale. Le zampe, in particolare, sono di un giallo brillante, da cui deriva il soprannome di “calabrone dalle zampe gialle”.
Questa specie può essere confusa con il calabrone europeo (Vespa crabro), che è generalmente più grande e presenta un addome di colore giallo nella parte posteriore, oltre a un colore di base che tende al rosso scuro. Anche la Vespa orientalis, una specie autoctona, ha un aspetto diverso, essendo più rossiccia e con una grande banda gialla sull’addome. La differenziazione tra queste specie è importante per comprendere gli impatti ecologici e le misure di gestione necessarie.

Impatto ecologico e rischi per l’apicoltura
La Vespa velutina rappresenta un serio rischio per le api domestiche e, di conseguenza, per l’apicoltura in generale. Questo calabrone predatore ha mostrato una particolare attitudine a cacciare le api, posizionandosi davanti alle arnie e catturando gli insetti in volo per nutrire le proprie larve. Gli apicoltori si trovano così a fronteggiare una minaccia diretta alla loro attività e alla produzione di miele, con potenziali perdite significative.
Inoltre, la Vespa velutina non si limita a predare le sole api. Recenti studi indicano che è in grado di attaccare oltre 1.400 specie diverse di insetti e invertebrati, il che potrebbe avere conseguenze devastanti sugli ecosistemi e sulla biodiversità. La sua diffusione in Italia, iniziata nel 2012 in Liguria, ha già raggiunto regioni come Piemonte, Toscana ed Emilia-Romagna, e c’è il timore che possa espandersi ulteriormente, come è già successo in Francia e Spagna.
Rischi per l’uomo e misure di sicurezza
Nonostante la sua fama di essere pericolosa, la Vespa velutina non è più aggressiva di un comune calabrone europeo. Interviene solo se si sente minacciata o se il suo nido è disturbato. Tuttavia, la sua puntura può risultare molto dolorosa e, per le persone allergiche o in situazioni particolari, come nei casi di bambini e anziani, può rappresentare un rischio significativo, richiedendo attenzione medica immediata.
È consigliabile mantenere le distanze dai nidi di vespe e contattare le autorità competenti qualora si sospetti la presenza di una colonia nelle vicinanze. La rimozione dei nidi deve essere effettuata da esperti per evitare incidenti. La Vespa velutina, pur non essendo un pericolo diretto per l’uomo, continua a rappresentare una minaccia per la biodiversità e l’apicoltura, richiedendo misure di monitoraggio e intervento efficaci.