Tra i metodi di riscaldamento più diffusi negli ultimi anni, c’è la stufa a pellet. Il pellet è un combustibile ricavato dal legno vergine, a volte dagli scarti, tipo la segatura, o direttamente dal tronco.
Fino all’anno scorso il pellet, per il suo potere calorifico e per il costo, era considerato la forma di riscaldamento più conveniente. Quest’anno purtroppo con il caro energia il costo di un sacchetto è praticamente triplicato.
Sul pellet in particolare, ci sono stati vari dibattiti, visto che si pensa che possa essere nocivo oltre che per l’ambiente, per via delle polveri sottili emesse durante la combustione, anche per la salute.
Facciamo un po’ di chiarezza
I fumi prodotti da riscaldamenti a pellet raggiungono 200/300 gradi di temperatura, e se analizzati risultano più puliti rispetto a quelli prodotti dalla stufa a legna. Una corretta installazione, dunque una canna fumaria a norma di legge, prevede che tali residui non creino danni a persone, e che i fumi si disperdano nella maniera corretta.
Se non si rispettano le norme di installazione, potrebbe capitare che, nel caso in cui venisse a mancare l’alimentazione, i pellet residui nel braciere, continuando a bruciare, comportino un’intossicazione da monossido.
Come sappiamo il monossido è un gas tossico che crea gravi problemi respiratori.
Per evitare quindi l’inalazione di polveri sottili, così come la fuoriuscita di monossido di carbonio, bisogna fare molta attenzione ed istallare una canna fumaria a norma, oltre che effettuare periodicamente i controlli adeguati.
Detto questo rimane il fatto che il rischio maggiore del pellet, non è per le persone, ma riguarda l’ambiente. I pellet infatti vengono prodotti con alberi acerbi, e mescolati i con sostanze altamente nocive. Gli scarti rilasciati, inoltre, inquinano l’ambiente almeno quanto lo smog prodotto dalle auto.
Il dibattito rimane aperto, e le perplessità anche. Unica cosa certa è che per salvaguardare la salute bisogna comperare sempre stufe certificate e di nuova generazione, così da prevenire il disperdersi delle polveri sottili nell’ambiente domestico.