Un interessante progetto Hi-Tech dell’università di Torino ha appena vinto un bando da 250mila euro per due anni. Questo progetto coinvolge le larve di mosca soldato, l’Hermetia illucens, un insetto dittero che già da tempo è usato nel compostaggio. Ebbene: grazie a queste larve sarà possibile trasformare i rifiuti in lipidi, proteine e chitina che andranno poi a produrre bioplastiche, coloranti naturali e prodotti farmaceutici.
Come usare le larve di mosca per sfruttare i rifiuti?
Il progetto si chiama Hi.Biorafinery e vuole capire come allevare l’Hermetia ullucens, la mosca soldato o Black Soldier Fly, per renderla l’elemento di base per una bio-raffineria con la quale produrre farine proteiche, lipidi e chitina partendo da rifiuti organici.
La ricerca verrà portata avanti dall’Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Scienze Agrarie Forestali e Alimentari (DISAFA), dal Consiglio Nazionale delle Ricerche. ISMAC . Istituto per lo studio delle macromolecole. Sede di Biella. (CNR ISMAC), dall’ Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta (IZSTO) e dal Dipartimento Di Scienze Biomolecolari dell’Università di Urbino (DISB), con partner Lipitalia 2000 spa, Cerere spa e Shelling srl.
Lo scopo del tutto è creare e perfezionare la tecnologia utilizzata nella bioconversione di biomasse organiche negli impianti industriali di grande scala, sfruttando larve e pupe della mosca soldato. In tal modo sarà possibile sfruttare i rifiuti per produrre:
- chitosano (dalla chtinia), da usare nel mercato farmaceutico e tessile
- lipidi, da usare nel mercato dei cosmetici e in quello alimentare
- proteine di larva da usare nella produzione del petfood e, quando ci saranno le autorizzazioni, anche nei mangimi per pesci e pollame
- fertilizzanti organici di qualità
In pratica questo progetto sfrutta l’abilità naturale delle suddette larve per bioconvertire i nutrienti inutilizzati presenti negli scarti alimentari, trasformandoli in materie base per produrre poi altri materiali e prodotti utili. Così facendo tutto diventerebbe ancora più sostenibile e si potrebbero sfruttare in maniera alternativa gli sprechi alimentari e i rifiuti.