La cicoria di campo è una verdura selvatica, che cresce spontaneamente. Non richiede esigenze particolari ed è per questo che si trova praticamente dappertutto, specialmente nel Centro e Sud Italia. Forse in queste zone c’è ancora qualcuno che ne va alla ricerca per i campi, come si faceva tanti anni fa.
La cicoria di campo: caratteristiche
La cicoria selvatica (dal latino “Cichorium Intybus“) chiamato anche radicchio selvatico è presente tutto l’anno. In estate siccome avviene la fioritura, solitamente non si raccoglie, anche se il fiore si potrebbe comunque consumare se la corolla è tenera. Un vantaggio di questa pianta è che non si butta via nulla poiché tutte le sue componenti sono commestibili.
Essa è facile da riconoscere, specialmente durante la fioritura, con fiori color violetto e petali stretti e allungati. Quest’ultimi sono molto sensibili al contatto diretto dei raggi solari ed è per questo che sbocciano al mattino ma si seccano non appena le temperature aumentano, in tarda mattinata. Le dimensioni sono molto variabili, vanno da 10-15 cm fino a più di un metro, le cui foglie sono caratterizzate da una forma allungata e margini dentati o spinosi. Al centro della foglia si sviluppa un rachide biancastro, a volte violaceo.
I benefici che apporta questo vegetale
La cicoria selvatica è dotata di proprietà fitoterapiche, tra cui un’azione detossificante, depurativa e favorisce la digestione. Infatti era usuale trovarla sui banchetti dei romani e dei greci, e la mangiavano tra una portata e l’altra sia cruda che cotta. Inoltre gli antichi egizi la usavano contro le patologie epatiche e per depurare il sangue.
Essendo una pianta selvatica possiede un’elevata densità nutrizionale, a differenza di quelle coltivate che subiscono un calo dal punto di vista nutrizionale.
Anni fa esisteva il ruolo delle “cicoriare“, ossia uomini e donne che si dedicavano alla sola raccolta di cicorie di campo, ma con il passare del tempo queste usanze sono andate perse.