Manuel MagariniL’affitto dei jet privati per è già di per sé un comportamento da condannare, a causa dell’elevato impatto ambientale. Quello sulle lunghe distanze risulta, perlomeno, più facilmente comprensibile, date le esigenze in un mondo quantomai globalizzato.
Nel caso, però, delle tratte brevi allora si tocca davvero il fondo. Un lusso alla portata solo di poche persone, aventi un elevato tenore di vita, irrispettose nei confronti dell’ecosistema. Perché, pur consapevoli degli effetti nocivi, decidono di andare comunque avanti con le loro abitudini.
Jet privati per viaggi brevi: Italia tra le peggiori
In un nuovo report, Greenpeace condanna la pratica, purtroppo diffusa anche nel Vecchio Continente. Secondo i numeri raccolti e resi disponibili tramite i canali ufficiali, il 55 per cento dei voli copre una distanza massima di 750 km. E, ahimè, l’Italia è uno dei Paesi peggiori a tal proposito, con un totale di 55.624 tratte nel 2022.
Le ingenti emissioni di anidride carbonica dovrebbero indurre a un cambiamento drastico. Peccato che una certa parte del ceto abbiente si ostini a non volere sentire ragioni. Irremovibili sulle proprie posizioni, sono convinti di avere ogni diritto a fare il bello e il cattivo tempo con le proprie fortune economiche. E pazienza se ciò significa andare a compromettere la salute del globo terracqueo, già al limite.
In un contesto determinato tuttora dall’arroganza di pochi potenti, comunque vi sono delle realtà virtuose. Un brillante esempio, sempre portato alla conoscenza generale da Greenpeace, deve essere individuato nei Paesi Bassi. A partire dal 2025, l’aeroporto di Amsterdam Shipol vieterà la partenza e l’atterraggio di jet privati.
Una decisione nobile, presa nonostante i sicuri danni economici implicati. I responsabili del complesso hanno preferito mettere al primo posto il benessere collettivo, andando a ridurre l’inquinamento ambientale e atmosferico. Da iniziative del genere si ha soltanto da imparare: speriamo lo faccia pure l’Italia.
Martina Pragliola
Manuela Chimera
