A Capesterre, Comune francese del Guadalupe, ultimamente un’invasione di alghe sargasse ha reso inagibili le spiagge facendo scappare tutti i turisti. Fenomeni sempre più frequenti le fioriture algali, vediamo di cosa si tratta.
Questa cittadina francese, come altre aree del mondo, vive principalmente di turismo di massa, che se da una parte partecipa a rendere poco sostenibile la coesistenza tra natura ed essere umano, dall’altra ha portato ricchezza ad aree ed isole che altrimenti sarebbero state depresse. E la fonte economica del turismo è irrinunciabile. E purtroppo dal 2011 l’invasione di alghe maleolenti la sta mettendo a repentaglio. A Capesterre le spiagge si sono svuotate e le attività commerciali sono tutte chiuse.
Le alghe giunte in massa sulle spiagge disperdono nell’aria idrogeno solforato ed ammoniaca, che oltre a rendere l’aria irrespirabile per il forte odore di putrefazione, sono anche sostanze tossiche se inalate a lungo. E la conseguenza è che le spiagge sono vuote ed i turisti si sono recati altrove. Con perdite economiche incalcolabili. Gli abitanti del luogo sono vittime di questo fenomeno le cui origini non sono ancora spiegate.
Le alghe in putrefazione sulle spiagge
La presenza delle alghe sargasse è piuttosto comune in Guadalupe ed aree limitrofe dei Caraibi. Un fenomeno naturale con il quale abitanti e turisti avevano imparato a convivere. Fino al 2011. Anno dal quale si è verificato un aumento esponenziale di queste alghe sulle spiagge.
Le sargasse sono particolarmente utili alla vita all’interno dell’ecosistema marino, per garantire la biodiversità delle specie, quanto sono deleterie sulla spiaggia. La loro comparsa massiccia, però, non è un fenomeno normale della natura, soffoca letteralmente le altre specie. E poi la loro degradazione produce consistente quantità di idrogeno solforato ed ammoniaca. Che emana l’odore tipico delle uova marce. In maniera massiccia.
Come contenere il fenomeno
Il problema della presenza delle alghe sargasse a Capesterre è che questo paese raccoglie sulle sue spiagge quasi il 40% della concentrazione di alghe. Con la conseguenza di un’invasione e di uno spopolamento dei turisti. I commercianti della zona affermano che gli aiuti non sono sufficienti, anche perché le esalazioni delle alghe rovinano i metalli creando numerosi problemi alle strutture ricettive e di ristorazione. E purtroppo l’assicurazione non copre dai danni dato che non sono considerate calamità naturali.
Servono squadre di ricercatori che studino il fenomeno in modo da capirne il significato e attuare un piano di contenimento e riqualifica per ristabilire gli equilibri naturali dell’ecosistema.