Alcun i quando li vedono rimangono immobilizzati dalla paura, altri invece ne sono affascinati. In Italia non è così facile veder i serpenti. In Sardegna però esistono ben quattro tipi. Vediamo se rappresentano un pericolo per l’uomo.
Trovarsi davanti a un serpente sicuramente spaventa. Forse più per quello che rappresentano nell’immaginario collettivo. Molte persone invece ne sono realmente affascinate. In Italia c’è da dire che, non considerando le comuni bisce o vipere – che tra l’altro possono essere velenose – non è così facile incontrare questi esemplari striscianti. In Sardegna invece troviamo ben 4 specie di serpenti, alcuni di questi molto particolari e presenti solamente sull’isola italiana, caratterizzata da spiagge bellissime e vegetazione unica.
Tra l’altro bisogna dire che i serpenti sono importanti per l’ecosistema. Ricoprono un ruolo così importante da coinvolgere in maniera diretta tantissime specie della fauna selvatica italiana, sia terricoli che volatili, sia nel ruolo di prede che in quello di predatori. Vediamo quali sono queste specie presenti sull’isola.
Ecco i serpenti che troviamo in Sardegna, alcuni sono solo sull’isola
La Natrice di Cetti (Natrix helvetica cetti) una sottospecie differente da quelle presenti nel resto d’Italia, endemica della Sardegna. Non essendo velenoso, questo serpente non ha armi per difendersi, così al primo accenno di pericolo preferisce darsi alla fuga.
La Natrice viperina, è famosa per la sua somiglianza alla vipera, benché non sia velenosa. Si presenta con un corpo massiccio, e tuttavia gli adulti non superano il metro di lunghezza.
Colubro ferro di cavallo (Hemorrhois hippocrepis) in Italia presente solamente al sud della Sardegna e sull’isola di Pantelleria. La testa ha una forma ovale con 2-4 macchie che formano una U rovesciata o un disegno a forma di ferro di cavallo, da cui il nome comune. La colorazione del ventre è giallo arancia. Per la sua livrea sembra quasi un serpente tropicale. Non è velenoso.
Infine troviamo il Biacco (Hierophis viridiflavus), si tratta d il più diffuso su tutto il territorio italiano. Non è velenoso ma se disturbato diviene aggressivo, causando morsi dolorosi che provocano piccole lacerazioni della pelle. In caso di contatto, si deve avere cura di evitare bruschi strattoni nello staccare la bocca del Biacco, essendo i suoi denti leggermente uncinati.