Pare che tutti si siano scordati della siccità dello scorso anno. Salvo durante il periodo estivo, quando si era ricorsi a ripari tardivi con ordinanze sparse relative al divieto di utilizzare l’acqua, ecco che passata l’estate al Governo ci si è dimenticati di fare qualcosa sul lungo periodo. E fra un po’ torniamo di nuovo alla medesima situazione. Già adesso, infatti, il 6-15% della popolazione italiana vive in zone dove la siccità è classificata come severa o estrema. Quindi perché non darsi una mossa e fare qualcosa prima di dover ricorrere a divieti e ordinanze?
Siccità, un problema anche per il 2023
A fornire i dati è un report pubblicato dall’Osservatori ANBI sulle Risorse Idriche. A causa dell’assenza delle piogge a febbraio, l’ANBI avvisa tutti: 3,5 milioni di italiani non possono più dare per scontata l’acqua del rubinetto. Francesco Vincenzi, presidente dell’Anbi, ritiene che questo sia un errore clamoroso da parte di chi pensa che la siccità sia un problema che riguarda solamente il settore agricolo.
Non bisogna essere scienziati per accorgersi che la siccità continua ad aleggiare intorno a noi. Sulle montagne non ha praticamente nevicato e il manto nevoso è più sottile che mai, quando non del tutto assente. Per esempio in Valle d’Aosta, la neve è diminuita da 144 a 128 cm, cosa che ha ridotto di conseguenza la portata della Dora Baltea.
In Piemonte sono in calo quasi tutti i fiumi, tranne forse il Tanaro e il Pesio, mentre in Lombardia calano sia il manto nevoso che le riserve idriche, praticamente dimezzate. E anche in Friuli-Venezia Giulia e in Veneto la situazione non è delle migliori.
Il Po, poi, continua a essere sotto i minimi storici, con il cuneo salino che avanza verso Pontelagoscuro. Inoltre anche il Lago di Garda è mezzo metro più basso della norma. Ma meglio non va al Lago Maggiore, al Lario e al Sebino.
In Emilia-Romagna i fiumi e i laghi stanno un po’ meglio grazie alle piogge. La situazione, invece, è altalenante in Toscana: l’Arno è in ripresa, ma Sieve, Ombrone e, soprattutto, Serchio sono in forte calo. Nelle Marche diminuisce il manto nevoso, con riduzione della portata dei fiumi Potenza, Esino e Sentino, mentre Tronto e i bacini artificiali hanno buoni volumi d’acqua (che andranno ad aumentare visto che nelle Marche sta piovendo da due giorni e si prevedono piogge per tutta la settimana).
Ridotto il Tevere, il lago di Bracciano, il Garigliano e il Volturno, mentre decrescono anche gli invasi artificiali della Basilicata.
E in tutto ciò: voi avete visto qualcuno nel corso degli ultimi mesi fare lavoro per creare nuovi invasi per raccogliere le acque piovane e tenerle di riserva? Avete visto lavori per migliorare la rete idrica e ridurre le perdite? Io no di sicuro.