Il carbon negative è un obiettivo fissato dall’Unione Europea, da conseguire entro il 2050.
Ma alcune regioni nel mondo lo hanno già raggiunto, come ad esempio L’Himalaya, infatti il popolo, grazie alla loro dedizione ed impegno per il risparmio delle foreste e dall’uso di energia rinnovabile. Soprattutto perché poco più di dieci anni fa era stata attuata un’azione di disboscamento delle foreste per l’esportazione di prodotti e materie prima. Ma cos’è il carbon negative?
Cos’è il carbon negative
Con questo termine si indica il rapporto tra l’anidride carbonica (CO2) prodotta in una determinata zona, con quella assorbita dalle piante nella stessa zona. Si dice carbon negative quando questo rapporto indica che la regione interessata dalla stima assorbe più anidride carbonica atmosferica con le sue piante, rispetto a quella che produce con le industrie.
Nel caso dell’Unione Europea si è fissato di raggiungere questo obiettivo entro il 2050, mentre altri paesi come il regno del Bhutan lo hanno già raggiunto, con grande anticipo.
Come è riuscito il Bhutan a diventare carbon negative
In Bhutan si è sicuramente inglobati nel verde. Le immense foreste, presenti nella nazione asiatica, coprono oltre il 70% del territorio e rappresentano la tecnologia più naturale che hanno a disposizione per catturare l’anidride carbonica presente nell’aria.
Bhutan è carbon negative non solo grazie alla presenza di queste vaste foreste, ma anche perchè l’economia interna si sviluppa intorno all’agricoltura e alla silvicoltura, attività dedite al controllo e gestione della crescita delle foreste.
Si è scelto, di non sviluppare la potenza economica del Paese aumentando il prodotto interno lordo. Questo avrebbe portato a deforestazioni, esportazioni massicce di alimenti e materie prime che avrebbero inquinato altamente l’atmosfera. Alcuni studi affermano che almeno il 60% delle terre del Bhutan deve essere preservato e mantenuto sotto copertura forestale per sempre, per mantenere il suo stato di bilancio negativo.