Quello che vedete in foto è il bruco della falena nota come Doratifera vulnerans, che tradotto significa “portatore di ferite”. Il che ci sta visto che ha la capacità di iniettare nei suoi potenziali predatori un veleno che è assai simile a quello di vespe, ragni e scorpioni. Solo che pare che questo veleno abbia un certo potenziale per quanto riguarda la creazione di nuovi farmaci.
Questa falena appartiene alla famiglia Limacodidae. La falena è color marrone ruggine, con zampe con bande bianche e ali pelose color ruggine con margini argentati.
Bruco della falena maculata: dal veleno ai farmaci
Possiamo stare tranquilli in quanto questo bruco velenoso qui da noi non si trova: vive in Australia e Nuova Guinea. Se notate sul corpo ha dozzine di piccole spine che possono iniettare un veleno assai doloroso, quanto quello di un’ape o di un ragno. Anche solo sfiorare questo bruco può causare gravi irritazioni.
Uno studio del 2021 ha analizzato il tipo di veleno e ha scoperto che contiene ben 151 tossine, alcune delle quali hanno anche proprietà medicinali. Si tratta, dunque, di un veleno molto complesso, diverso da quello degli altri animali velenosi.
Andrew Walker e il suo team dell’Institute of Molecular Bioscience presso l’Università del Quuensland ha scoperto che questo 151 tossine appartengono a 159 famiglie diverse. Particolarmente interessante dal punto di vista medico è la tossina nota come cecropina. Questa molecola è in grado di uccidere i batteri nocivi e i parassiti che colpiscono il bestiame.
Questo vuol dire che, esattamente come accade con il veleno di certi ragni, quello del bruco della falena maculata potrebbe in futuro essere usato per creare nuovi farmaci con azione antibatterica e antiparassitaria.
Un’altra proteina, la DV33, si è visto che è in grado di uccidere il nematode Haemonchus contortus (verme che infesta l’abomaso dei ruminanti, soprattutto pecore e capre. È il parassita che crea maggiori danni economici a livello mondiale nell’allevamento ovicaprino). Inoltre il veleno contiene anche alcune proteine che agiscono sul sistema nervoso, con effetti benefici che tornerebbero utili nella cura dell’epilessia.