Con il suo inconfondibile aroma, ci permette di arricchire i nostri piatti, rendendoli più invitanti. La coltivazione del prezzemolo in antichità aveva ragioni medicamentose, ma, a partire dal Cinquecento, ha assunto la funzione con cui lo conosciamo ancora oggi.
Come fare la coltivazione del prezzemolo
Il periodo ideale di coltivazione del prezzemolo (suddivisibile in liscio e riccio) è la primavera. Difatti, anche se resistente al freddo, predilige un clima mite, tra i 15 e i 18 gradi. Altrimenti è possibile anticipare il processo a gennaio o febbraio a in serra, prestando bene attenzione a non esporlo alle gelate invernali.
Il pH del terreno deve aggirarsi sui 6-7. Affinché dia gli effetti sperati, occorre un terreno a impasto medio, con una buona dotazione organica. Per quanto riguarda l’innaffiatura, va eseguita in maniera periodica, senza però mai eccedere nelle quantità.
In caso di coltivazione del prezzemolo in vaso, bisogna assicurarsi che abbia sufficiente spazio per crescere. Ergo, si raccomanda di scegliere un recipiente avente un diametro di circa 20 cm. Inoltre, la semina va diradata, altrimenti c’è il rischio che le radici muoiano causa asfissia. I primi risultati non arriveranno proprio subito, bensì andranno lasciate passare almeno tre settimane per veder sbucare delle foglioline.
Nel corso della coltivazione del prezzemolo si consiglia di tener d’occhio proprio le condizioni delle foglie. Vanno sfoltite in maniera periodica per stimolare la cultivar a rigenerarsi. Ovviamente, è essenziale togliere il prima possibile quelle infestanti.
Successivamente all’estate può sorgere una malattia: l’oidio. Riconoscibile per le macchioline bianche, deve essere trattato con soluzioni naturali, che non incidano sullo stato di salute di salute della pianta. Un rimedio efficace è, ad esempio, il bicarbonato di sodio.
Passando agli insetti, una delle maggiori insidie sono gli afidi, da tenere lontani con macerati naturali a base di aglio o di ortica.