Il recente report pubblicato da Legambiente conferma quanto sia critica la situazione delle spiagge italiane, ancora oggi trasformate spesso in un covo di rifiuti.
Stando ai calcoli effettuati dall’associazione, la media è di quasi uno al metro quadro (961 su 1.000 mq). E prima che se ne faccia una “questione territoriale”, è il caso di sottolineare come siano stati prese in considerazione ben 28 spiagge italiane, da Nord a Sud.
I rifiuti più diffusi lungo le spiagge italiane
Il problema affonda le radici nell’arretratezza culturale ed è l’ora di porre in pratica dei comportamenti più virtuosi. I continui messaggi d’allarme lanciati dagli ambientalisti andrebbero ascoltati, perché traggono fondamento su presupposti fondati, invece che del semplice “sensazionalismo”.
Grazie al lavoro pubblicato nelle scorse settimane, abbiamo modo di conoscere l’esatta natura dei rifiuti lasciati lungo le spiagge italiane. Al primo posto, con oltre il 70 per cento, figurano, ça va sans dire, le plastiche, specialmente monouso, tipo quelle di bicchieri e bottiglie.
Sul secondo gradino troviamo il vetro e la ceramica, mentre in terza posizione figurano i metalli. Con il 4 per cento chiudono appena fuori dal “podio” la carta e il cartone, davanti ai tessuti, quinti con il 2 per cento. Ebbene sì, avete letto bene: le fibre tessili hanno un impatto non indifferente sulla salute del Pianeta.
La ricerca condotta dalle autorità in materia mira a sensibilizzare di nuovo la coscienza della popolazione. Nonostante, in confronto anche a solo pochi anni fa, di progressi ne siano stati compiuti, i traguardi tagliati soddisfano giusto in parte. I numeri totalizzati nelle località marittime rappresentano lo specchio di un vecchio modo di pensare, secondo cui sarebbe possibile trattare a piacimento la natura, nella presunzione che non si “ribellerà” mai.
Purtroppo, il cambiamento climatico dimostra il contrario, causa anche di terribili avvenimenti, di cui sentiamo parlare a cadenza quotidiana, pure nella nostra penisola. Che dovremmo cominciare a rispettare un po’ di più se desideriamo garantire un futuro alle generazioni future.