Si chiama ‘Great Cane Toad Bust’, è un’operazione tutta australiana mirata a ridurre il numero di una particolare specie di rana: la rana canna. Sarebbe una specie invasiva che danneggia gli ecosistemi locali. Quest’anno, gli scienziati propongono un metodo umano per eliminare questi anfibi velenosi. Ecco perché l’Australia si prepara all’eliminazione della rana canna.
Si chiama rana delle canne (Rhinella marina) ed è stata introdotta in Australia nel 1935 dalle Hawaii, per combattere i coleotteri della canna da zucchero. Nel corso del tempo queste rane non avrebbero mostrato alcun interesse per i parassiti e sarebbero aumentate tantissimo di numero. Sono rane velenose, per questo secondo gli australiani rappresenterebbero una minaccia per gli animali che le mangiano, causando così un declino nelle popolazioni di predatori nativi e danneggiando gli ecosistemi.
Da qui, purtroppo, la campagna di eliminazione, organizzata dall’organizzazione ambientale no-profit Watergum. La campagna mira a superare il record dell’anno scorso, con oltre 50.000 rane rimosse in una settimana.
Gli scienziati australiani propongono quest’anno un metodo più umano per eliminare questi anfibi velenosi
Il metodo di raffreddamento e congelamento è considerato la pratica migliore per l’eutanasia umana degli anfibi. Il freddo induce uno stato di torpore negli anfibi e disattiva i loro recettori del dolore. Metodi come il trauma da forza contundente e la maggior parte delle applicazioni chimiche non sono considerati umani e possono rappresentare una minaccia per la fauna selvatica e gli animali domestici, poiché le creature uccise in questo modo rimangono tossiche anche dopo la morte.
La campagna incoraggia gli australiani a continuare la lotta anche dopo il 21 gennaio, data di conclusione dell’operazione. Secondo alcune fonti, nella terra dei canguri ci sarebbero così tanti di questi parassiti, alcuni dei quali starebbero diventando persino cannibali.