L’acqua è il nostro bene primario. Spesso però l’inquinamento ambientale non risparmia nemmeno questo bene. C’è fortunatamente una buona notizia: dei ricercatori della Drexel University hanno testato un materiale fotocatalitico che funziona con la luce visibile per la depurazione dell’acqua. Grazie a questa scoperta le acque reflue potranno essere depurate senza l’utilizzo di energia o sostanze chimiche.
L’acqua è uno dei beni più importanti che abbiamo, indispensabile per la sopravvivenza. Purtroppo però le nostre acque potrebbero essere inquinate. Questo a causa di industrie che in alcuni casi sversano i loro rifiuti andando a inquinare la falda acquifera. Grazie al progresso ci sono delle soluzioni confortanti per questo problema. Uno studio del College of Engineering della Drexel University potrebbe rivoluzionare le cose. Se prima non era possibile, ora le nostre acque potrebbero essere depurate grazie a un materiale fotocatalitico che avrebbe la capacità di eliminare due inquinanti comuni.
Lo studio della Drexel University per la depurazione dell’acqua
Il lavoro dei ricercatori ha portato a scoprire che un materiale fotocatalitico monodimensionale a base di ossido di titanio strutturato in lepidocrocite (cioè con una struttura cristallina ortorombica) ha la capacità per abbattere due comuni coloranti che inquinano l’acqua. Si tratta di rodamina 6G e cristalvioletto. Per dare vita a questo processo basta un po’ di luce, di quella visibile dall’occhio umano.
In appena mezz’ora, l’esperimento ha visto ridurre le concentrazioni dei due coloranti in acqua del 90% e del 64%. Inizialmente, il rapporto in massa tra catalizzatore e colorante era 1 a 1. Si tratta di una scoperta importante, perché i coloranti vengono scaricati in acqua in grandi quantità da industrie tessili e produttori di cosmetici, inchiostri e carta. Presentano un’elevata tossicità e possono essere vettori di potenziali agenti cancerogeni.
Finora l’adsorbimento era stato realizzato con materiali argillosi, carbone attivo, ossido di ferro e materiali naturali come fondi di caffè. Materiali che consentono semplicemente la separazione del colorante dall’acqua e l’attaccamento ai materiali che vi sono immersi. I fotocatalizzatori utilizzati di norma richiedono un trattamento con luce UV, che utilizza una grande quantità di energia.
La sensibilità del nuovo filamento alla luce visibile, invece, rende tutto più semplice ed economico. Il lavoro di questi ricercatori potrebbe essere la chiave per una depurazione dell’acqua più efficiente e in economia.