Come funzionano le trappole entomologiche? Questi strumenti sono utili in agricoltura per il controllo degli insetti parassiti che infestano le nostre piante. Scopriamo come sono utilizzate.
I mesi più caldi dell’anno rappresentano il periodo in cui la lotta agli insetti è sempre più necessaria e problematica del solito. Animali quali vespe, zanzare, mosche cercano riparo dall’afa torrida proprio all’interno delle nostre abitazioni, arrivando ad infastidirci e a pungerci nei momenti in cui non vogliamo essere infastiditi.
La trappola entomologica, pensata proprio per catturare insetti di qualunque dimensione, può essere un dispositivo estremamente utile nella lotta agli insetti. Trascorsi questi giorni infernali di piogge gli insetti si riverseranno (come è normale che accada) all’interno delle nostre dimore. Esistono trappole di differenti tipologie e caratteristiche, a seconda delle tecniche che sfruttano per catturare gli insetti e, soprattutto, dell’intento con cui sono messe in funzione.
Trappole entomologiche: quali sono le tipologie più diffuse
Ne esistono di differenti tipologie, a seconda che il meccanismo sfruttato per la cattura degli insetti sia la luce, le sostanze chimiche volatili o il colore. Le trappole entomologiche, nello specifico, si suddividono in tre varianti: luminose (pensate per attrarre gli insetti attraverso una sorgente luminosa); cromotropiche (le quali, all’opposto, sono in grado di esercitare un’attrazione sfruttando il colore); chemiotropiche (richiamano gli insetti utilizzando il potenziale dell’olfatto).
I benefici collegati all’utilizzo di queste trappole si legano proprio alla capacità, esercitata da tali dispositivi, di catturare insetti di qualsiasi tipo: dai più piccoli (quali zanzare e mosche), fino alle specie di maggiori dimensioni. Persino le intenzioni con cui queste trappole entomologiche sono adoperate possono variare enormemente, a seconda che lo scopo sia quello di monitorare gli insetti, oppure di limitarne la riproduzione.
In genere, le due tipologie di trappole che incontriamo maggiormente sono quelle per il monitoraggio e quelle per la cattura massiva. Nel primo caso, la cattura degli insetti serve solamente per osservare i comportamenti di una determinata specie nel lungo periodo e per stabilire se sia o meno il caso di attuare interventi di tipo fitosanitario. Lo scopo con cui sono azionate le trappole del secondo tipo, invece, è completamente diverso.
Trappole per la cattura massiva di insetti, perché sono utili?
Le trappole per la cattura massiva, contrariamente a quelle per il monitoraggio, hanno lo scopo di isolare una specie che, laddove arrivi a riprodursi in maniera incontrollata, potrebbe apportare danni ingestibili alla natura umana, con esiti disastrosi che i più non immaginano neanche.
Si tratta, nello specifico, di un meccanismo che non determina l’estinzione della specie in sé per sé, ma che, all’opposto, è utile per mantenere il numero di esemplari di quella determinata specie al di sotto della soglia considerata “critica”. Un espediente, in sostanza, per tutelare la salute umana e la biodiversità tutta.