Il prezzo della benzina e del diesel aumenterà nel corso del 2023. L’Opec, il principale cartello dei Paesi produttori di petrolio (allargato anche alla Russia), ha, infatti, comunicato un drastico taglio dei barili, pari a 1.649 litri. Una mossa inaspettata, giustificata ufficialmente con l’obiettivo di mantenere la stabilità dei prezzi. La verità, spiegano gli esperti del settore, è da ricercarsi altrove, ovvero nel velocizzarne la ripresa.
Benzina e diesel fanno boom nei prezzi
Con il taglio della quantità, aumenteranno, infatti, le richieste e, di conseguenza, il conto lieviterà. Ne pagheranno pegno i Paesi importatori, ma soprattutto ci rimetteranno le famiglie.
Da mesi la situazione è già nebulosa in Italia, con il decreto trasparenza introdotto dal Governo Meloni volto a contenere le eventuali manovre speculative. Stando alle norme sancite dall’esecutivo in carica, i distributori di carburante hanno l’obbligo di esporre i prezzi medi regionali in strada (e nazionali in autostrada).
Inoltre, i conducenti avranno l’opportunità di scaricare sui loro smartphone l’app Mr. Prezzi, dove confrontare le tariffe applicate dalle singole realtà. In pochi clic avranno l’opportunità di scoprire i punti più convenienti nel fare un pieno. In segno di protesta contro l’intervento legislativo, le associazioni di categoria avevano indetto lo sciopero.
I portavoce ufficiali avevano voluto mandare un messaggio forte: i rincari applicati non dipendevano da loro. Le reazioni solidali di una buona fetta di automobilisti li avevano, poi, indotti a ridurre lo stop dalle iniziali 48 a 24 ore. Il tutto malgrado gli incontri con Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, non avevano portato agli esiti sperati.
Il prezzo del greggio è adesso destinato a salire dell’8 per cento, a causa della decisione assunta dall’Opec. A dispetto della diffusione della mobilità elettrica, la prevalenza delle vetture rimane endotermica, ragion per cui gli effetti verranno avvertiti su larga scala.