Quando arriva la primavera, bisogna fare attenzione al fatto che i ricci si risvegliano dal letargo invernale. Appena svegli, i ricci sono intontiti e possono essere facilmente vittime di diverse tipologie di incidenti. Possiamo tuttavia aiutare i ricci a riprendersi dal letargo con dei piccoli accorgimenti, facendo anche sì che l’ambiente in cui si risvegliano sia sicuro e non inquinato da diserbanti o plastiche.
Come aiutare i ricci dopo il letargo?
Fra gli animali che d’inverno vanno in letargo, c’è anche il riccio. Durante questo periodo la sua temperatura corporea si abbassa e il metabolismo rallenta. Quando però le temperature primaverili cominciano a risalire, ecco che il riccio piano piano si muove e, visto che ha consumato ormai tutte le energie ricavate dal cibo accumulato in autunno, ecco che inizia a muoversi per cercare cibo.
Solo che appena sveglio, il riccio è ancora intontito dal lungo letargo, i riflessi sono rallentati e ha anche meno energie. Quindi è facile che rimanga vittima di incidenti stradali. Se noti sulla strada un riccio, fermati in sicurezza sul bordo della carreggiata e spostalo in un prato al sicuro.
Ma i ricci non devono temere solo le auto. Anche l’inquinamento ambientale, infatti, miete parecchie vittime. Per esempio, evitare di usare diserbanti e pesticidi se avete un orto o un giardino: queste sostanze chimiche possono uccidere i ricci e gli altri animali selvatici (anche cani e gatti, se per questo).
Attenzione anche ai tosaerba: se dovete tosare il prato, prima assicuratevi che in esso non stiano scorrazzando dei ricci. Un altro problema arriva dalle plastiche: i ricci possono ingerirla per errore, andando incontro a blocchi intestinali o possono rimanervi impigliati. A volte capita che il riccio rimanga incastrato in una bottiglia d’acqua o in un sacchetto di plastica.
Altre volte, invece, fili o pezzi di plastica si arrotolano intorno alle zampe finendo per fungere da laccio emostatico e causando danni vascolari alle zampe, con rischio di necrosi e perdita dell’arto.