Monica InnauratoIn un’epoca di crisi sprecare le risorse a disposizione sarebbe un vero peccato. Nel nostro piccolo dovremmo dare tutti una mano all’ambiente e all’economia imparando a riciclare innanzitutto gli scarti che produciamo nelle nostre abitazioni. In cucina ad esempio ogni giorno il secco si riempie di scarti alimentari, che se utilizzati in modi diversi sarebbero ottime risorse. Oggi impareremo a riutilizzare le bucce della frutta, ingredienti sottovalutati ma ricchi di potenziale.
Idee per trasformare le bucce della frutta in qualcosa di gustoso e unico
Le bucce di frutta come quelle di agrumi, mele e pere, possono sorprendervi e trasformare i vostri piatti in qualcosa di unico. Ad esempio per valorizzare le bucce di agrumi è possibile candirle. Rimuovete la parte bianca amara, riducete le bucce in strisce e cuocetele in uno sciroppo di zucchero. Quello che otterrete saranno dei gustosi snack deliziose da mangiare da sole o da utilizzare come guarnizione per dolci e dessert. Se immerse nel cioccolato fondente, creano un piatto da veri gourmet, ideali da servire in una cena per sorprendere gli ospiti.
Quando tornerà l’inverno, torneremo a scaldarci con le tisane, immancabili compagne delle giornate fredde. Per dar vita a delle ottime tisane aromatiche potete essiccare le bucce di mela e farle amalgamare con spezie come la cannella e i chiodi di garofano. Se preferite sapori freschi e agrumati potete far essiccare e aggiungere alle tisane le bucce degli agrumi, come arance e limoni.
Un altro modo per utilizzare le bucce degli in cucina è quello di farle essiccare, ridurle in polvere e mescolarle zucchero per creare uno zucchero aromatizzato delizioso, perfetto per dolcificare tè, yogurt o per spolverare su dolci freschi. Se poi volete insaporire carni e pesce, potete miscelare queste polveri con il sale.
Per quanto riguarda le bucce di altri frutti, come quelle di mele e pere, grazie al loro contenuto di pectina possono essere utilizzate come conservanti per preparare deliziose marmellate fatte in casa.
