Con il continuo avvicendarsi dei cambiamenti climatici i ricercatori, in campo agricolo, si sentono sempre più spronati a trovare nuove soluzioni sostenibili che possano giovare al pianeta e alla comunità. L’agrovoltaico si é rivelato una delle applicazioni più promettenti per accelerare lo sviluppo delle energie rinnovabili unendo la produzione agricola a quella energetica.
Ma cos’è veramente?
Seppur ancora poco diffuso in Italia, l’agrovoltaico é da tempo conosciuto e applicato in Francia e in Germania. Nasce fin da subito come un sistema ibrido che permette di massimizzare la produzione di energia solare, senza danneggiare i terreni agricoli. Anzi fornisce protezione a quest’ultimi dallo stress termico delle stagioni più calde.
I pannelli solari vengono istallati direttamente sul terreno, contribuendo a creare l’ombra necessaria alle coltivazioni più delicate. In più per le caratteristiche fisiche e chimiche che possiedono rispettano la natura e la produzione agricola, a scopo alimentare o di allevamento, non risultando in alcun modo nociva per i consumatori.
Come funziona
Gruppi di pannelli, ognuno dei quali può supportare fino a 32 moduli fotovoltaici, liberi di ruotare intorno a uno due assi ortogonali fra loro, vengono istallati a 5 m da terra.
A differenza dei pannelli fissi che ritroviamo sui tetti dei nostri palazzi, quelli dell’agrovoltaico sono dotati di un’unità elettronica che ne gestisce il momento e permette loro di “inseguire” il sole, come dei girasoli, orientandoli sempre nella direzione del sole senza che si facciano ombra l’uno con l’altro.
In questo modo si riesce ad ottenere un incremento del 30% della produzione di energia solare rispetto ai classici pannelli fissi e allo stesso tempo un’ombreggiamento dinamico pari al 15-30% del terreno agricolo sottostante.
I vantaggi reciproci non finisco qui. Vediamoli nel dettaglio:
- Innovazione dei processi agricoli rendendoli ecosostenibili e maggiormente competitivi.
- Miglioramento della competitività delle aziende agricole perché ne riduce fortemente i costi energetici.
- Utilizzazione di una parte dei terreni agricoli abbandonati in maniera proficua.
- Diminuizione dell’evaporazione dei terreni.
- Recupero delle acque meteoriche.
- Creazione di zone d’ombra che vanno a proteggere le colture da eventi climatici estremi.
Purtroppo in Italia questo progetto innovativo fa fatica a decollare a causa di spinose e lente questioni burocratiche, ma fanno ben sperare gli ultimi investimenti siciliani, grazie al progetto sviluppato da Falck Renewables a Scicli nel ragusano che riuscirà a produrre circa 20 Gwh, pari al fabbisogno di 5000 famiglie.