L’acqua piovana potrebbe aiutare a tamponare la crisi idrica che stiamo vivendo. I cambiamenti climatici hanno portato a lunghi periodi di siccità alternati a bombe d’acqua che provocano danni ed alluvioni, aggravando ancora di più la situazione generale.
Ma se sfruttassimo l’acqua piovana, raccogliendola, filtrandola e stoccandola in cisterne domestiche? Sicuramente noteremo un netto risparmio sulle bollette inizialmente, ma questo metodo, se utilizzato da tutti potrebbe davvero fare la differenza in termini di risparmio di acqua.
Impianto
Per recuperare l’acqua delle piogge, spesso eccessive si deve partire dal tetto della nostra casa.
Infatti, alla base dei tetti troviamo sempre una grondaia, fatta apposta per convogliare l’acqua piovana in un unica direzione. Se si sfrutta questo principio è possibile indirizzare l’acqua caduta sul tetto in un container, dove l’acqua si raccoglie e decanta eventuali residui. Successivamente si deve decidere a quale scopo serve l’acqua raccolta, se utilizzata per l’irrigazione del giardino ad esempio, è sufficiente in periodo di decantazione.
Altrimenti se decidiamo di utilizzarla a fini domestici l’acqua raccolta sarà sottoposta ad un secondo trattamento, che prevede il filtraggio in modo tale da renderla salubre ed utilizzabile per gli usi domestici. Il limite di questa struttura è quello di non essere otticamente gradevole, infatti i clienti spesso tendono ad essere riluttanti sull’utilizzo delle cisterne.
Costi
Per quanto riguarda i costi da sostenere per poter creare questo tipo di impianto per il riutilizzo dell’acqua piovana, sono piuttosto modici.
Il prezzo di partenza è di circa 800 euro, considerando anche l’acquisto del materiale, come tubi e cisterne. Questo costo viene facilmente ammortizzato dal successivo risparmio sulle bollette. Mentre se si vuole utilizzare questo tipo di impianto a fine di irrigazione del giardino e orto, è possibile realizzare il tutto da soli, acquistando solamente il materiale.