Un gruppo di scienziati australiani ha scoperto che le tartarughe marine non saranno in grado di adattare le loro abitudini e cicli biologici come ricerca dei siti di nidificazione abbastanza da sfuggire all’aumento delle temperature globali, e in particolare al surriscaldamento della superficie degli oceani e delle spiagge.
Nei prossimi anni molte specie animali saranno messe alla prova dai cambiamenti climatici. Per sopravvivere, dovranno imparare ad adattarsi, modificando i loro comportamenti, o migrare verso nuovi territori e nella peggiore delle ipotesi estinguersi.
Secondo un gruppo di ricercatori australiani, il destino delle tartarughe marine potrebbe essere incerto. Questi rettili, infatti, anche se dovessero modificare le loro abitudini di nidificazione (cosa molto difficile che accada) per sfuggire al surriscaldamento globale e all’aumento della temperatura degli oceani, potrebbero comunque essere a rischio di estinzione.
I ricercatori della Deakin University, in Australia, hanno analizzato 58 siti riproduttivi appartenenti a tutte e sette le specie di tartarughe marine esistenti, valutando attraverso dei modelli l’andamento della popolazione di questi rettili di fronte a un aumento delle temperature di 1.5°C.
Lista rossa IUCN tartarughe marine
Sei delle sette specie sono già classificate nella Lista Rossa della IUCN tra le specie in pericolo. Nella migliore delle ipotesi, se le tartarughe sposteranno la nidificazione in periodi più freschi, riusciranno a mitigare del 55% gli effetti negativi del surriscaldamento delle acque sulla loro riproduzione. Ma i cicli biologici compresa la riproduzione non si modificano in tempi così brevi.
Problemi di conservazione della specie
I cambiamenti climatici impattano in diversi modi sulle tartarughe marine e sul loro ciclo di vita, si legge nello studio, I potenziali impatti vanno dalla perdita delle spiagge di nidificazione, a causa dell’innalzamento del livello del mare e dell’aumento dell’erosione, ma anche dalle grandi aziende edili che prelevano spiagge intere per costruire grattacieli, ai cambiamenti nella distribuzione oceanica dovuti all’alterazione dei modelli di vento e delle correnti oceaniche.
Il principale problema, però, deriva dall’aumento delle temperature, in grado di influenzare il sesso dei piccoli di tartaruga: il caldo favorirebbe infatti la nascita di femmine, che a lungo andare provocherebbe un declino della specie. Inoltre, temperature più alte abbasserebbero la quota delle nascite andate a buon fine.
Oggi molte tartarughe marine scelgono le spiagge del nostro Paese per deporre le loro uova. Ma, nel mondo, la loro salute è minacciata da diversi fattori. Oltre ai rischi collegati ai cambiamenti climatici, le tartarughe sono ancora vittime del bracconaggio: negli ultimi 30 anni ne sarebbero state uccise oltre un milione.