Il surimi lo possiamo trovare ormai in moltissime ricette, prevalentemente fredde, come ad esempio nelle insalate.
Molti ristoranti e catene di ristorazione lo utilizzano molto, ormai già da tempo, i ristoranti più di qualità come ad esempio quelli di lusso invece lo disprezzano.
Comune anche nei supermercati e nelle tavole degli italiani, specialmente durante i cenoni a base di pesce tipici delle festività natalizie o di altre feste in cui il pesce diventa il protagonista della tavola.
Cos’è il surimi
Molti sono i dubbi che solleva questo tipo di pesce, soprattutto perchè per l’idea di molti si tratta di polpa di gambero, ma non è cosi.
Il surimi è qualcosa di poco naturale e salutare per il nostro organismo. Si tratta di un composto alimentare prodotto con le parti tritate e poi pressate di altri pesci, spesso considerate scarti della lavorazione di pesci, come il merluzzo o il nasello.
A questo composto si aggiungono sempre degli zuccheri, amidi, addensanti, coloranti, olio vegetale, sale e conservanti per creare i cilindri bicolore, ovvero l’interno bianco e il contorno arancione.
Strategia di marketing per il surimi
Questo prodotto è presente in tutti i supermercati in tutte le sue forme, anche se sembra essere venduto come polpa di gambero non è cosi ma come è possibile che questa cosa sia legale?
Se leggiamo bene appunto non è scritto che è fatto col gambero, ma che contiene aroma di gambero e nella confezione è descritto come “al sapore di gambero”.
Il sapore di granchio, invece, è dato da un’aroma artificiale di gambero, tanto è vero che la dicitura ufficiale sulla confezione dei prodotti è “bastoncini al sapore di gambero”. Infatti il surimi è da considerare un po’ come il “wurstel di mare”, in quanto è molto simile negli ingredienti e negli additivi al cilindretto di carne separata meccanicamente che definiamo wurstel. E come si sa, il wurstel non è di certo un alimento da consigliare e consumare senza pensieri.