Il passaggio delle talpe si riconosce subito, perché formano delle montagnette di terra, piuttosto caratteristiche. Quando le notiamo il primo pensiero che ci può venire è quello di scacciarle.
Ma questo animaletto rappresenta davvero una minaccia per le nostre coltivazioni? Nonostante si metta sempre in primo piano i presunti contro, in realtà hanno anche un impatto positivo, legate alle loro abitudini comportamentali.
Gli effetti delle talpe sul nostro orto e giardino: i pro e i contro
Sconfessiamo subito una credenza dura a morire: le talpe non mangiano le radici delle piante! Anzi, mangiano gli insetti, potenzialmente nocivi. Si cibano, infatti, delle larve e dei parassiti, non solo di lombrichi. “Consumano”, ad esempio, i bruchi e vari tipi di insetti terricoli, togliendoli, dunque, definitivamente di mezzo.
Sono, invece, un pericolo le arvicole, dei piccoli roditori che si nutrono di radici. Le si distingue dalle talpe perché queste ultime creano delle montagnette di terra più alte.
Senz’altro, se presenti in numero eccessivo, pure le talpe cominciano a diventare deleterie. Non tanto per l’orto, quanto piuttosto per il prato: se pieno di irregolarità non sarà bello da vedere… Dunque, il principale svantaggio associato alla presenza di talpe è di carattere estetico, anziché funzionale.
Le talpe sono degli animali abitudinari. Una volta costruita la loro galleria, tendono a percorrerla regolarmente e di ciò ne puoi tenere conto nel momento di seminare le piante. Ovviamente, cerca di non metterle proprio in quel punto.
I periodi di più intensa attività sono:
- la primavera, per l’esattezza nel mese di maggio, quando cade la stagione degli amori;
- l’autunno, nello specifico a novembre. In tal caso sarà impegnato a preparare di nuovo la sua tana, in vista del letargo invernale.
Le qualità delle talpe sono numerose, perciò pensaci su bene prima di liberartene ed evita le soluzioni estreme!