I cibi al supermercato hanno confezioni e confezionamenti sempre diversi, con l’ unico scopo di facilitare la vita al consumatore ed indurlo a comprare di più.
La pigrizia è una caratteristica tipica di molti, alcuni cercano di sfuggirci ed altri invece la adottano come stile di vita. Una persona pigra ragiona in termini di spreco di energia, dunque riduce al minimo i propri sforzi per conseguire il suo obbiettivo.
Purtroppo questa caratteristica dei consumatori è corrisposta anche sul mercato, soprattutto nel reparto frutta e verdura. Dove i prodotti se acquistati freschi hanno bisogno di alcune lavorazioni prima di essere consumati.
Cibi sbucciati confezionati
Una delle soluzioni adottate dai mercati per favorire la pigrizia dei consumatori è quella di confezionare dei prodotti. Soprattutto la frutta, già sbucciata e delle volte tagliata.
Questo modo di presentare il prodotto al consumatore è assolutamente sbagliato, soprattutto in termini di inquinamento. Infatti questo processo industriale aggiunto, di sbucciare e tagliare i frutti comporta ad un maggior utilizzo di energia. Tradotto in un aumento delle emissioni. Senza contare l’ utilizzo di ulteriore plastica, molto difficile da smaltire ed altamente inquinante per l’ ambiente.
Paesi come la Spagna e la Francia stanno dichiarando guerra a questo tipo di packaging, mentre in Italia è stato adottato.
Esempio delle banane sbucciate in confezione
Uno dei frutti che maggiormente viene venduto con questo tipo di packaging è la banana.
Il paradosso è che la banana è uno dei frutti più semplici da sbucciare, ma è anche uno dei frutti più venduti da sbucciato e tagliato.
Tecnicamente parlando, la buccia di tutti i frutti ma soprattutto della banana è molto importante per il suo mantenimento durante il trasporto ed anche per la sua conservazione.
Infatti la buccia essendo molto spessa, protegge il frutto da eventuali ammaccature e conseguenti annerimenti, ed inoltre lo ripara da eventuali attacchi batterici che la porterebbero a marcire.