Si chiama Elodea nuttalii e è una pianta esotica invasiva che sta invadendo letteralmente il Po. E non solo: la si trova anche in parecchi torrenti, fiumi e laghi del Nord Italia. Considerato che il suo soprannome è quello di “peste d’acqua”, è facile intuire che la sua rapida diffusione stia creando seri problemi all’ecosistema idrico e alla fauna locale.
Perché questa pianta esotica è pericolosa?
L’Elodea è un’alga originaria dell’America. Arrivata qui da noi, complice il caldo e la siccità, ecco che sta proliferando fuori controllo nella zona del Po compresa fra Torino e Casale Monferrato. Tanto che il Piemonte ha dovuto inserire l’Elodea nella Black List delle specie esotiche invasive. Il che vuol dire che non bisogna usarla, coltivarla e che è possibile mettere in atto nei suoi confronti non solo delle misure di contenimento, ma anche attuare dei veri e propri piani di eradicazione.
L’Eloda nuttallii è un’alga ornamentale, molto amata in acquari, laghetti e stagni. Tuttavia, vuoi per abbandoni accidentali durante le manovre di pulizia degli acquari, vuoi per coltivazioni a scopo ornamentale sfuggite di mano, ecco che da acquari e laghetti ornamentali è riuscita ad arrivare ai corsi d’acqua.
Questa erba acquatica perenne, radicata sui fondali, ha fusti con foglie appuntite e lanceolate. Ama il sole, ma cresce bene anche quando c’è scarsità di luce e in acque torbide o ombreggiate da altre piante.
Come alga è molto resiliente e si adatta bene a vivere anche in acque inquinate e con pH alto. Finora è stata segnalata la sua presenza in Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto e anche nella Provincia Autonoma di Trento.
Trasportata dalla corrente, si radica e adatta benissimo a tutte le condizioni di vita acquatica. Il suo proliferare fuori controllo, però, toglie spazio e risorse alle piante autoctone che, poco per volta, ne sono soffocate. Il che vuol dire danneggiare non solo la biodiversità dei vegetali, ma anche della fauna che di quelle piante si nutriva.