La mancanza di acqua in Sicilia è un problema che non sembra trovare soluzione. Negli ultimi anni poi, a causa dei cambiamenti climatici, con le piogge sempre più rare, la situazione idrica si è aggravata. Tra le vittime più colpite ci sono le capre, che a causa della siccità, rischiano di morire di sete.
La Sicilia sta affrontando una delle peggiori siccità degli ultimi cinquant’anni, con conseguenze devastanti per l’agricoltura e l’allevamento. Sono stati i cambiamenti climatici e la scarsità di pioggia negli ultimi tempi, a peggiorare la situazione nella regione italiana. Le conseguenze sono allarmanti, soprattutto per gli animali. Sono proprio le capre ad essere più colpite dalla mancanza di risorse idriche della zona.
A denunciare la drammatica situazione sono proprio gli allevatori: essendo privi di scorte d’acqua, i bisogni quotidiani degli animali faticano a essere soddisfatti. Addirittura le capre sarebbero costrette a bere fango, vista la carenza di acqua. Negli ultimi anni in Sicilia questo tipo di emergenza è peggiorata e si è trasformata in un problema strutturale che richiede soluzioni immediate e durature.
Per arginare il problema sono necessari interventi concreti
E’ stata la Coldiretti a manifestare la propria solidarietà mettendo a disposizione la fornitura temporanea di autobotti d’acqua. Sono però, secondo glia allevatori siciliani, soluzioni tampone e servono interventi concreti. I lavoratori del settore chiedono infatti interventi immediati anche mobilitando l’esercito. A tal proposito è stata convocata una riunione dal Prefetto per dichiarare ufficialmente l’unità di crisi.
Il governo regionale siciliano si è rivolto all’Unione europea e al ministero della Sovranità agricola, alimentare e forestale per chiedere il riconoscimento delle condizioni di forza maggiore e circostanze eccezionali causate dalla siccità. La richiesta mira ad ottenere supporto finanziario ed operativo per affrontare questa crisi senza precedenti.
Anche il settore agricolo è stato colpito dalla siccità: si stima una perdita media del 50% della produzione se dovessero arrivare precipitazioni estive, che potrebbe salire fino al 75% in assenza di piogge.