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Vermocane, è invasione nei mari del Sud Italia: cos’è (e cosa fa) il verme carnivoro scatenato dal caldo che preoccupa gli esperti

Bei tempi quelli del Fortunadrago o del Canuomo. Quello che vedete qui in foto non è per nulla simpatico e gradevole come loro. Si tratta, infatti, di un vermocane, nome bizzarro per queste verme marino che, a causa dei cambiamenti climatici e del surriscaldamento globale, si sta diffondendo nei mari del Sud Italia. Ed è un vero e proprio guaio sia per le specie marine delle riserve che per i pescatori.

Perché l’invasione da vermocane è un problema?

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Non solo granchi blu, anche i vermocani stanno diventando un problema emergente connesso ai cambiamenti climatici. Tanto che i biologici dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (Ogs) di Trieste hanno iniziato a studiare meglio questa specie nei laboratori di Panarea e Milazzo.

Il nome scientifico del vermocane è Hermodice carunculata ed è, tecnicamente parlando, una specie endemica del Mediterranea. Quindi, a differenza di quanto accade con i granchi blu, non si tratta di una specie aliena invasiva.

Tuttavia, a causa delle ondate anomale di caldo, questi vermocani si sono moltiplicati troppo. Il guaio è che sono carnivori, mangiano praticamente di tutti. I ricercatori hanno spiegato che, un tempo, i vermocani si trovavano soprattutto nel canale di Suez. Ma adesso infestano anche i mari di Sicilia, Calabria e Puglia.

Per questo motivo hanno deciso di creare una campagna informativa per allertare tutti, popolazione, pescatori e turisti inclusi. Potete riconoscere i vermocani perché sono molto colorati, lunghi anche 20-30 cm (ma alcuni esemplari sono arrivati a un metro di lunghezza). Non si sa ancora quanto possano vivere: finora l’esemplare più antico che è stato studiato aveva otto anni.

Due sono i problemi collegati ai vermocani:

  • sono carnivori predatori, dunque si nutrono di tutto ciò che li circonda, danneggiando così i pescatori e le aree marine protette. Inoltre sono anche in grado di rovinare le reti da pesca
  • sono ricoperti da setole urticanti che scatenano prurito, edema e infiammazione a chi viene in contatto con essi. Non esistono rimedi specifici contro queste punture, ma quello che si sa è che se pungono una zona di cute spessa, si ha dolore e bruciore localizzato, come quando si tocca un’ortica. Ma se pungono zone con cute sottile o più sensibile, ecco che si ha un forte dolore che dura a lungo, con intorpidimento dell’arto colpito