Uno studio pubblicato sull’American Journal of Preventive Medicine ha fatto sapere che i cibi ultra processati e quelli confezionati potrebbero aumentare il rischio di morte prematura causata da malattie non trasmissibili come il diabete mellito, le patologie cardiache e i tumori. Ma cosa si intende con alimenti ultraprocessati? Beh, sono quelli preparati industrialmente e che contengono assai poco dell’alimento vero, ma che, più che altro, sono composti da derivati di grassi, oli, zuccheri, amidi e proteine, uniti spesso ad armoni, coloranti, emulsionanti e altri additivi. Noti con l’acronimo di UPF, questi alimenti hanno lo scopo di essere appetibili e poco costosi.
Perché i cibi ultraprocessati fanno male?
In generale gli alimenti ultra processati o ultra trasformati sono quelli industriali già pronti da mangiare o solo da scaldare. Solitamente sono creati a partire da ingredienti estratti da cibi o anche sintetizzati in laboratorio. Secondo lo studio in questione, l’aumento del consumo di tali cibi si traduce in una probabilità del 10% di rischio in più di morte prematura per tutte le cause.
Lo studio ha esaminato dati provenienti dalla popolazione del Brasile nel 2019, paese che, ad onor del vero, rispetto ad altri utilizza meno questo tipo di cibo confezionato. Si è così visto che, su un totale di morti premature di 541.260 adulti, ecco che 261.061 sono avvenute per malattie non trasmissibili. Inoltre, 57mila morti di quell’anno erano correlati all’aver mangiato cibi ultraprocessati, dato che rappresenta il 10,5% delle morti premature e il 21,8% delle morti per malattie non trasmissibili prevenibili.
E questo in un paese che non consuma molti cibi ultra processati. Figuriamoci quali sarebbero stati i dati in paesi come Stati Uniti o Regno Unito, dove questa tipologia di alimenti rappresenta anche più della metà delle calorie ingerite.
Altri dati interessanti hanno riguardato il fatto che la maggior parte di questi decessi si verificava fra gli uomini. Questo studio è uno dei primi che riguarda il potenziale impatto degli UPF sulle morti premature. Certo, ci sono stati altri studi, ma in generale si riferiscono agli effetti del consumo di sodio, zuccheri, grassi e bevande zuccherate su:
- diabete
- obesità
- malattie cardiovascolari
- tumori
Come ridurre il rischio di morte prematura?
Tutto ciò vuol anche dire che, se riuscissimo a ridurre il consumo di cibi ultra processati e confezionati del 10-50%, ecco che potremmo prevenire dai 5.900 ai 29.300 decessi all’anno. Ma questo non è facile. Per fare ciò, per esempio, bisognerebbe cambiare le abitudini di consumo, fare informazione sempre più consapevole e promuovere nuove linee guida dietetiche.
Altre misure che si potrebbero adottare sono, per esempio, la regolamentazione delle pubblicità alimentari. In effetti, in molti paesi, già si sta agendo in tal senso: per esempio in UK e Spagna hanno vietato gli spot di cibi spazzatura rivolti ai bambini. Un altro provvedimento che si potrebbe adottare è quello relativo al miglioramento dell’etichettatura nutrizionale.
Inoltre ci sono dei cibi molto salutari che, se consumati, magari ci aiutano anche a vivere un po’ di più: scopri quali sono!