Il riso è un cereale coltivato in molte parti del mondo ed amato per il suo gusto, per le proprietà e per la versatilità in cucina. Sono tantissimi i piatti che il riso ci permette di creare, dai semplici risotti, ai minestroni, ai supplì, al sushi. Una volta cotto però, per evitare rischi alla salute va conservato correttamente. In questo articolo vi mostreremo proprio come conservarlo al meglio.
Le regole per la corretta conservazione del riso
Dovete sapere che esistono delle regole specifiche per conservare il riso una volta cotto. Dopo la cottura se non consumato immediatamente, questo cereale deve essere raffreddato magari sotto l‘acqua corrente entro un’ora. Questo perché il raffreddamento rapido previene la proliferazione batterica e quindi il rischio di contaminazione.
Anche una volta raffreddato, se lasciato a temperatura ambiente rischia di rovinarsi. Quindi sempre orologio alla mano, entro un’ora dovrete posizionarlo in frigorifero, naturalmente dopo averlo chiuso in un contenitore adeguato.
Come sapete esiste una regola valida per tutti gli alimenti, sia crudi che cotti. Il frigorifero non garantisce conservazioni a lungo termine quindi per quanto riguarda il riso dovete sapere che dovrete consumarlo entro il giorno successivo.
Quando si riscalda il riso avanzato è fondamentale assicurarsi che sia ben cotto. Questo significa che il riso deve essere riscaldato uniformemente e fino a una temperatura interna sufficientemente alta per garantire la distruzione dei batteri dannosi.
Una pessima abitudine è pensare di poter riscaldare gli alimenti continuamente. Una volta scaldato il riso come una serie di altri cibi va consumato o gettato. Dovete sapere che i batteri, anche se bloccati dalla conservazione, a contatto con il calore continuano a proliferare. Figurarsi se questo processo viene ripetuto più volte.
Se invece desiderare conservarlo per un periodo più lungo, potete anche congelarlo. Inseritelo nei sacchetti per freezer o contenitori adatti e mettetelo in congelatore per un massimo di 3 mesi.