Grano e granoturco sono rispettivamente frumento e mais, due piante molto simili fra loro, ma non tutti sanno che ci sono alcune differenze. Questi cereali li utilizziamo per l’alimentazione umana oppure per la paglia (come cibo per animali o lettiere per bestiami), per la preparazione della carta o, in rari casi, come combustibile. Vediamo le differenze fra questi due cereali.
Differenze fra grano e granoturco: il grano
Il grano (dal latino granum, ovvero chicco, sinonimo di frumento) fa parte del genere Triticum della famiglia delle graminacee. Questa pianta è coltivata per la raccolta delle cariossidi, cioè i frutti propri dei cereali. Dobbiamo distinguere il grano duro dal grano tenero.
Il grano duro lo coltiviamo nelle zone calde e asciutte, ha cariossidi allungate, lucide e ricche di glutine ed è utilizzato soprattutto per la produzione di pasta.
Il grano tenero invece è più adatto per zone con clima temperato, possiede granelli opachi e ricchi di amido, il che li rende ottimi per la produzione di pane.
Cos’è il granoturco
Il granoturco non è altro che il mais. La sua pianta, la Zea Mayas, appartenente anch’essa alla famiglia delle graminacee, originariamente nasce nel Nuovo Mondo, ma venne esportata in Europa subito dopo la scoperta dell’America (1492). Esistono numerose varietà di questa pianta, e dopo il frumento, in Italia è il cereale più coltivato.
La coltivazione del mais può essere effettuata per foraggio o per granella. Questo cereale è molto utilizzato per la produzione di alimenti umani, ma anche per mangimi animali e l’estrazione di amido e olio. In quest’ultimo caso sottoponiamo il mais a macinazione, anche se i grandi di alcune varietà li possiamo utilizzare direttamente come alimento (sugar corn). Infine si possono trasformare in fiocchi (corn flakes), oppure in prodotto soffiato (pop corn).
In sintesi grano e granoturco non sono la stessa piante, né sono sinonimi fra loro. Però entrambe servono per l’alimentazione umana e animale, e sono largamente diffuse in Italia e nel mondo.