Fra i tanti effetti negativi della plastica gettata negli oceani, bisogna anche considerare il fatto che le plastiche sono capaci di alterare l’acidità delle acque dei mari. In talune, particolari situazioni, infatti, le plastiche nell’acqua marina sono in grado di rilasciare determinate sostanze capaci di cambiare il pH delle acque.
Oceani, plastiche e pH delle acque
Quando si parla di plastiche negli oceani, pensiamo subito agli animali marini intrappolati o alle microplastiche ingerite dalla fauna marina (per tacere poi del fatto che microplastiche sono state trovate anche nel sangue umano). Tuttavia ci sono altri aspetti di questo tipo di inquinamento da considerare. Fra di essi abbiamo anche il fatto che queste plastiche, irresponsabilmente gettate in mare dall’uomo, possono alterare il pH delle acque.
Recenti studi hanno dimostrato che la plastica abbandonata nelle acque di mari e oceani, quando viene colpita dai raggi solari, è in grado di rilasciare degli acidi organici che, dispersi nelle acque, ne abbassano il pH, aumentandone così l’acidità (il pH funziona al contrario: più si abbassa il valore e più si acidifica, più si alza il valore e più si alcalinizza). In aggiunta, come se non bastasse, queste plastiche possono liberare anche anidride carbonica, altra sostanza che contribuisce ad abbassare il pH.
Maggiormente colpite da tale fenomeno sono le acque superficiali: qui si è visto che il pH può diminuire anche di 0,1 unità. Lo studio ha però dimostrato che le acque maggiormente inquinate dalle plastiche potrebbero causare cali anche di 0,5 unità.
Giustamente potreste obiettare che è poco, ma quando si parla di pH, anche cambiamenti minimi sono importanti. Il pH degli oceani di solito è 8,2, ma anche cambiamenti minimi dei livelli di acidità possono avere gravi conseguenze. Dal 1751 al 1994, il pH superficiale degli oceani è sceso da 8,25 a 8,14 in media.
Questa eccessiva acidificazione può avere conseguenze importanti su molti animali marini. Per esempio, se le acque sono troppo acide, ecco che potrebbero sciogliersi i gusci calcarei di molluschi e plancton. Se si procederà con tale ritmo, nel 2100 gli oceani potrebbero abbassarsi di ulteriori altre 0,43 unità di pH. E questo avrebbe effetti disastrosi anche per l’uomo e tutto l’ecosistema.
Per darti un’idea di quanto sia grave questo scarto minimo dal pH normale, ti faccio un esempio. Il pH del sangue umano varia fra 7.35 e 7.45. Se il pH varia in difetto o in eccesso di soli 0.4 punti, ecco che si ha una letale compromissione organica.