In vari articoli abbiamo parlato di come riciclare gli scarti alimentari e ci siamo occupati anche di come riutilizzare in vari ambiti l’acqua di cottura delle verdure. Oggi ci occuperemo dell’acqua di cottura del riso, un altro tesoro che inconsapevolmente finisce nel lavandino. Questo liquido può essere un ottimo nutrimento naturale per le piante. Contiene amido, vitamine e sali minerali che possono favorire la crescita e la salute delle piante.
Come utilizzare l’acqua di cottura del riso per le piante
Prima di preparare la pozione magica per le piante, dovete ricordare di non salare l’acqua durante la cottura e di lasciarla raffreddare prima di utilizzarla. Come anticipato potete utilizzarla per irrigare le piante una volta a settimana o ogni due settimane, a seconda delle esigenze. Prima di utilizzarla se troppo densa, diluitela con acqua pulita, in quanto ha un’alta concentrazione di amido potrebbe essere controproducente.
Un altro modo per utilizzare l’acqua di cottura del riso è quello di spruzzarla sulle foglie. Basta versarla in un contenitore spray e vaporizzarla. In questo modo migliorerà la resistenza della pianta a malattie e parassiti.
Infine può essere utilizzata per la produzione di fertilizzante naturale. Lasciatela raffreddare e mescolatela con altri ingredienti naturali, come ad esempio gusci di uova schiacciate o fondi di caffè.
Questo liquido di cottura può essere utilizzato su piante d’appartamento come la Sansevieria e il Pothos, su piante acidofile come le azalee e le gardenie. Oppure per i fiori, come le ortensie e le begonie, che apprezzano un nutrimento extra. O ancora su erbe aromatiche, come il prezzemolo.
Ci sono alcune piante però che non beneficiano di questo nutrimento extra. Le piante succulente o le orchidee ad esempio, preferiscono un terreno con meno nutrienti e potrebbero non trarre beneficio da questo trattamento.
Le piante con fiori, come le rose e le viole, preferiscono essere irrigate con semplice acqua fresca piuttosto che con l’acqua di riso, in quanto la sua bassa salinità, potrebbe provocare la rottura delle radici e la mancata crescita delle foglie.